Brasile. Berlino destinerà 121 milioni di dollari al il Fondo per l’Amazzonia

di Alberto Galvi

La Germania si è impegnata a fornire 87 milioni di dollari in prestiti a basso interesse agli agricoltori per ripristinare le aree degradate e 34 milioni di dollari per gli Stati amazzonici al fine di proteggere la foresta pluviale, un ecosistema globale critico che ha vissuto anni di devastazione sotto l’ex presidente brasiliano di destra Jair Bolsonaro.
Bolsonaro ha allentato le tutele ambientali e sciolto il comitato direttivo che seleziona i progetti sostenibili da finanziare, spingendo Germania e Norvegia a congelare le loro donazioni. Secondo i dati del governo, la deforestazione nella sezione brasiliana della foresta pluviale è aumentata del 150 per cento a dicembre rispetto all’anno precedente, con 218,4 kmq di copertura forestale distrutta.
Il ministro dello Sviluppo tedesco Svenja Schulze ha annunciato a Brasilia, che Berlino metterà a disposizione 38 milioni di dollari per il Fondo Amazzonia, un meccanismo internazionale in gran parte finanziato dalla Norvegia che mira a prevenire la deforestazione. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è il primo leader occidentale a incontrare Lula da quando è divenuto presidente all’inizio dello scorso mese.
Lula si è impegnato a lottare per la “deforestazione zero” in Amazzonia, di cui circa due terzi si trova in Brasile.
Sotto Bolsonaro la deforestazione dell’Amazzonia brasiliana ha raggiunto il massimo degli ultimi 15 anni.
La foresta pluviale è fondamentale per la lotta globale contro il cambiamento climatico e i gruppi ecologisti e per i diritti civili avevano denunciato le politiche dell’amministrazione Bolsonaro come causa di un aumento della distruzione, nonché di crescenti minacce contro le comunità indigene nella regione, dove gli Yanomami hanno sofferto di malnutrizione e malattie portate all’industria illegale dell’estrazione dell’oro. Dopo la vittoria elettorale Lula ha affermato che i soldi del Fondo Amazzonia sarebbero stati utilizzati nelle emergenze, inclusa la crisi sanitaria indigena nel nord del Brasile.