Brasile. Fiumi di profughi dal Venezuela mettono sotto pressione autorità e accoglienza

di C. Alessandro Mauceri –

In Brasile con le autorità centrali e non, sono allo stremo delle forze. Il governo locale dello stato settentrionale di Roraima hanno chiesto alla Corte Suprema il permesso di chiudere temporaneamente l’unico valico di frontiera con il Venezuela per fermare il massiccio e disordinato arrivo di migranti. Una richiesta respinta dal presidente del Brasile Michel Temer, che al vertice delle Americhe a Lima ha affermato che chiudere il confine è “impensabile”.
Per questo motivo il governatore di Roraima, Suely Campos, ha presentato una richiesta formale alla corte suprema per costringere il governo federale a occuparsi di quella che non è più solo una crisi umanitaria.
Lo scorso anno oltre 50mila rifugiati venezuelani sono arrivati a Roraima. Persone in fuga dalla crisi economica ormai atavica nel paese (più che dai conflitti politici). Un flusso migratorio che ha messo in crisi lo stato brasiliano (a rischio sono servizi come sanità, alloggio e scuole), aumentando i pericoli di disordini sociali. Un motivo che ha spinto Campos a ricorrere al tribunale per chiedere l’intervento del governo federale colpevole, secondo loro, di non aver fatto abbastanza. “Dobbiamo richiedere più documenti, tessere di vaccinazione, controlli sui precedenti penali, ispezione delle auto. Ci deve essere un modo per contenere questo afflusso “, ha detto Campos.
A febbraio il governo federale aveva promesso di aumentare i finanziamenti per Roraima e aveva raddoppiato il contingente militare alla frontiera. Contemporaneamente erano iniziate le ri-localizzazioni dei rifugiati venezuelani in alcune grandi città brasiliane utilizzando gli aerei dell’aeronautica. Ma il governo centrale si è sempre detto contrario a chiudere i confini dicendo che ciò violerebbe i trattati internazionali. “Non è il modo del Brasile di fare le cose, chiudere i confini”, ha detto Temer ai giornalisti.