Brasile. La Corte suprema ripristina i diritti politici dell’ex presidente Lula

di Alberto Galvi

Il giudice Edson Fachin della Corte suprema brasiliana ha annullato le condanne all’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva del partito PT (Partido dos Trabalhadores), in quanto un tribunale di Curitiba nello stato del Paraná non aveva l’autorità per processarlo perché i crimini di cui è stato condannato, dal momento che i reati non avevano avuto luogo in quello Stato.
Il momento a cui le condanne fanno riferimento, per reati legati alla corruzione, Lula era presidente del Brasile e risiedeva nella capitale Brasilia, ed è quindi quella sede che deve essere nuovamente processato.
La Corte suprema al completo esaminerà la sentenza, ma nel frattempo ha ripristinato i diritti politici di Lula aprendo potenzialmente la sua corsa alle presidenziali del 2022, quando l’attuale presidente in carica Jair Bolsonaro si presenterà per la rielezione.
E’ improbabile che la sentenza di oggi possa essere confermata in appello prima dell’ottobre 2022, e questo potrebbe consentire a Lula di candidarsi alle elezioni presidenziali e di godere eventualmente dell’immunità presidenziale.
L’ufficio del procuratore generale del Paese ha dichiarato che farà ricorso contro la decisione di Fachin, mentre il presidente Bolsonaro spera che la Corte Suprema annulli la sentenza. Lula ha governato il Brasile tra il 2003 e il 2011, e mentre cercava di ottenere un terzo mandato nel 2018 è stato messo da parte dopo essere stato incarcerato, cosa che ha aperto la strada alla vittoria di Bolsonaro.
L’ex presidente brasiliano è stato poi rilasciato dalla prigione alla fine del 2019, ma non ha potuto candidarsi a causa della sua condanna finita in giudicato. Lula è una figura ancora popolare a cui attribuiscono il merito di aver portato milioni di persone fuori dalla povertà attraverso generosi programmi sociali.
Per Bolsonaro una nuova candidatura di Lula rappresenterebbe un pericolo: nel 2018 i sondaggi iniziali delle elezioni presidenziali avevano mostrato un certo vantaggio di Lula su Bolsonaro.