Brasile. La visita del presidente cinese Xi Jinping

di Giuseppe Gagliano

Il presidente cinese Xi Jinping si è recato in questi giorni a Brasilia per una visita che ha segnato un punto di svolta nelle relazioni sino-brasiliane, evidenziando una crescente cooperazione economica e politica tra le due nazioni. Durante l’incontro con il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, sono stati firmati numerosi accordi bilaterali volti a rafforzare i legami in settori chiave come l’agroalimentare, l’energia e l’aerospaziale.
Uno degli accordi più significativi riguarda l’esportazione di prodotti agricoli brasiliani verso la Cina, con particolare attenzione a frutta, carne bovina e suina. Questo accordo prevede anche l’aggiornamento della lista dei produttori di carne brasiliani autorizzati a esportare nel mercato cinese, facilitando così l’accesso dei prodotti brasiliani al vasto mercato cinese. ​​
Nel settore energetico le due nazioni hanno concordato di collaborare nello sviluppo di progetti legati alle energie rinnovabili, con l’obiettivo di promuovere la transizione energetica e affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. Questa collaborazione include investimenti congiunti in infrastrutture energetiche e la condivisione di tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza energetica.
In ambito aerospaziale Cina e Brasile hanno deciso di intensificare la cooperazione nello sviluppo e nel lancio di satelliti, proseguendo la collaborazione già esistente nel programma CBERS (China-Brazil Earth Resources Satellite). Questo programma mira a migliorare le capacità di monitoraggio ambientale e la gestione delle risorse naturali attraverso l’uso di tecnologie satellitari avanzate.
La visita di Xi Jinping ha anche sottolineato l’importanza di rafforzare le sinergie tra la Nuova Via della Seta e le strategie di sviluppo del Brasile, promuovendo investimenti in infrastrutture e facilitando il commercio bilaterale. Inoltre, è stata ribadita la necessità di riformare istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, al fine di aumentare la rappresentanza e la voce dei paesi in via di sviluppo nel sistema di governance globale. ​​
Questo sviluppo mette potenzialmente a repentaglio l’egemonia americana nella regione, consolidando il ruolo di Pechino come partner strategico per molte delle principali economie latinoamericane. Gli accordi stipulati, che spaziano dall’agroalimentare all’energia e all’aerospaziale, dimostrano la volontà della Cina di stabilire una presenza economica duratura e di utilizzare il soft power per guadagnare consenso politico. In particolare, l’intensificazione della collaborazione nel settore agroalimentare, con il Brasile che aumenta le esportazioni di carne e prodotti agricoli verso la Cina, rafforza la dipendenza commerciale della regione da Pechino, minando così il predominio economico degli Stati Uniti. Inoltre, i progetti congiunti nel campo delle energie rinnovabili e dello sviluppo aerospaziale evidenziano un approccio strategico che non si limita al commercio, ma si estende a settori tecnologicamente avanzati, aprendo la strada a una cooperazione di lungo termine. La Cina sta anche promuovendo la sua Belt and Road Initiative come una piattaforma per finanziare infrastrutture essenziali in America Latina, offrendo un’alternativa concreta alle tradizionali istituzioni finanziarie occidentali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Questa strategia sfida direttamente l’influenza economica degli Stati Uniti, che si sono spesso affidati al controllo di queste istituzioni per mantenere la loro supremazia nella regione. Politicamente, l’espansione dell’influenza cinese attraverso relazioni bilaterali sempre più strette con Paesi chiave come il Brasile mina la narrazione storica degli Stati Uniti come garante della stabilità e della sicurezza in America Latina. La Cina si presenta come un partner che non impone condizioni politiche, a differenza delle politiche spesso intrusive di Washington, guadagnando così la fiducia di leader locali come Luiz Inácio Lula da Silva. Inoltre, la presenza centrale di Xi Jinping ai vertici globali come il G20, accanto ai principali partner del BRICS, rafforza l’immagine di Pechino come promotore di un ordine multipolare che si contrappone all’egemonia americana. La scelta di consolidare legami economici e politici con il Brasile, il più grande Paese dell’America Latina, non è casuale: rafforzare l’alleanza con un attore così influente nella regione permette a Pechino di esercitare un’influenza indiretta su altre nazioni vicine. Questo cambio di paradigma mette in discussione il concetto stesso del “cortile dello zio Sam”, poiché la Cina non solo si insinua in una posizione di forza economica, ma dimostra anche di poter competere con gli Stati Uniti nel plasmare il futuro geopolitico della regione. La visita di Xi Jinping in Brasile e i conseguenti accordi stipulati non solo consolidano il ruolo della Cina come partner strategico, ma ridefiniscono l’equilibrio di potere in America Latina, sfidando apertamente il predominio di Washington e ponendo le basi per un nuovo ordine regionale sempre più influenzato da Pechino.