Brasile. La vittoria di Lula completa la svolta a sinistra delle principali economie dell’America Latina

di Alberto Galvi

Con la vittoria elettorale di Lula in Brasile, che entrerà in carica dal 1 gennaio 2023 per il suo terzo mandato, l’America Latina ha compiuto la svolta a sinistra più netta della sua storia recente.
Messico, Cile, Perù, Honduras, Nicaragua, Bolivia e Argentina sono tra i paesi che hanno già voltato le spalle alla destra, ed anche la Colombia a giugno ha eletto il suo primo presidente di sinistra. Molti elettori dell’America Latina hanno svoltato a sinistra a causa dei problemi economici e degli effetti devastanti della pandemia di Covid-19.
L’attuale ascesa dei leader di sinistra dell’America Latina ricorda sempre più quella dei primi anni Duemila con Hugo Chávez in Venezuela, Evo Morales in Bolivia, Michelle Bachelet in Cile e Rafael Correa in Ecuador, anche se ormai è storia vecchia in quanto la crisi finanziaria globale dei lustri successivi aveva innescato uno spostamento a destra della politica.
Durante il primo decennio di questo secolo tre sudamericani su quattro sono stati governati da presidenti di destra, ma quando la disuguaglianza sociale è aumentata, l’elettorato si è spostato a sinistra.
I governi di sinistra di oggi in America Latina sono molto diversi tra loro: vi sono i governi autoritari di Nicaragua e Venezuela, quelli populisti come nel caso del Messico, e i governi relativamente deboli di Cile, Perù, Colombia e Argentina.
Queste differenze difficilmente riusciranno a mettere insieme realtà inconciliabili dal punto di vista politico ed economico, ma resta necessaria una vera unione regionale per far fronte alle sfide globali.