Brasile. Lula è stato ufficialmente candidato alla presidenza dal PT

di Alberto Galvi

L’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva è stato ufficialmente candidato dal PT (Partito dei Lavoratori) per correre contro il presidente in carica di estrema destra Jair Bolsonaro alle elezioni presidenziali del 2 ottobre. Il voto di ieri dei delegati del partito era ampiamente previsto, tra l’altro con la campagna di Lula già in movimento.
Per Lula questa sarà la sesta candidatura presidenziale. Il leader di sinistra ha fatto due mandati dal 2003 al 2010: è stato eletto nel 2002 e, nonostante si sia espresso in diverse occasioni contro la rielezione, ha vinto un altro mandato dopo quattro anni. Lula ha rifiutato nel 2010 di cercare un terzo mandato, nonostante c’era stata la disponibilità di diversi legislatori di modificare la Costituzione brasiliana. Lula era stato anche confermato candidato del PT nel 2018, poi una condanna per corruzione e riciclaggio di denaro lo ha rimosso dalla corsa e ha aperto la strada alla vittoria di Bolsonaro.
Dopo che la Corte suprema ha stabilito che il giudice Sergio Moro che presiedeva il processo era di parte, Lula è stato scarcerato nel 2019 e l’anno scorso le sue condanne sono state annullate, ed anche secondo le Nazioni Unite l’indagine ha violato il diritto di Lula a un processo equo.
Per Lula questa sarà la sua ultima campagna elettorale e non cercherà un secondo mandato presidenziale. Lula, per attirare gli elettori moderati delusi dal governo di Bolsonaro e ammorbidire la sua immagine di uomo di estrema sinistra, ha scelto come compagno di corsa l’ex governatore di San Paolo Geraldo Alckmin, un centrista rispettato dagli uomini d’affari.
Lula è favorito per una vittoria assoluta al primo turno, senza bisogno di un ballottaggio, anche se ci si aspetta che nei prossimi mesi la campagna elettorale si inasprirà. Ad oggi ha promesso che aumenterà il ruolo dello Stato nell’economia e aumenterà il benessere sociale, pur mantenendo libero il mercato.