Brasile. Lula incarcerato per la condanna di corruzione

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Il giudice Sergio Moro ha disposto su mandato del tribunale di Porto Alegre l’arresto dell’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva per scontare la condanna a 12 anni per corruzione.
E’ stato quindi emesso l’ordine per Lula di presentarsi in carcere senza essere portato in modo coattivo: “tenendo in conto della dignità dell’incarico occupato in passato” da Lula, “gli viene concessa l’opportunità di presentarsi volontariamente alla Polizia Federale di Curitiba, entro le 17.00 del 6 aprile 2018”. L’ex presidente ha comunque fatto sapere di voler aspettare la polizia per essere prelevato.
Lula è stato ritenuto colpevole in primo grado in merito all’affaire Petrobras, la compagnia di Stato brasiliana del petrolio. Nella fattispecie Lula, che è stato presidente dal 2003 e al 2010, è stato trovato colpevole di essersi intascato una tangente di complessivamente 1,2 milioni di dollari dall’azienda di costruzioni Oas, denaro poi usato per la costruzione di una villa a tre piani nella città costiera di Guaruja. Con la firma di Lula la Oas ha ottenuto contratti dalla compagnia petrolifera Petrobras.
Per salvare Lula dal processo, la ex presidente brasiliana Dilma Rousseff aveva tentato di nominare il suo predecessore ministro della Casa Civil (capo di Gabinetto, durato 1 giorno) e quindi di fargli avere l’immunità, ma poi nello stesso scandalo era rimasta impigliata lei stessa anche perché i dialoghi erano intercettati. L’iniziativa, poi sospesa dal giudice federale Itagiba Catta Preta Neto, era costata alla Rousseff una denuncia per intralcio alla giustizia.
Rousseff poi era stata accusata di aver truccato i conti dello Stato al fine di far vedere in campagna elettorale un andamento dell’economia che non c’era, per cui era stata processata e dimessa dal suo incarico.
Nel settembre 2017 Lula era stato individuato dal pubblico ministero federale Sergio Moro quale numero uno della tangentopoli del paese latinoamericano, “il grande generale che comandò la realizzazione e la pratica dei reati, oltre a coordinarne il funzionamento ed eventualmente deciderne la paralisi”. Precisando che Lula era stato accusato in base a “reati specifici” e non per il suo ruolo presidenziale, Moro aveva affermato che gli esecutivi di Lula erano stati “governi della tangentocrazia”.
Nonostante questo quadro l’ex presidente ha deciso di correre per le presidenziali che si terranno nel paese latinoamericano fra sette mesi, e già i sondaggi lo danno per favorito.