Brasile. Scandalo giudici su Lula: emerge un quadro politico per tenerlo in carcere

Notizie Geopolitiche –

La Corte suprema brasiliana sta valutando l’annullamento del processo che ha portato l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva ad essere condannato in secondo grado a 9 anni di prigione in quanto coinvolto un maxi-scandalo di corruzione, il Lava Jato, ovvero la tangentopoli brasiliana. Già l’iter del primo processo e poi quello del secondo è stato costellato da colpi di scena, con ordini di giudici che lo scarceravano, contraddetti da quelli di colleghi che annullavano l’ordine dei primi, una situazione paradossale che ha comunque costretto Lula a non candidarsi, come avrebbe voluto, alle presidenziali del 9 ottobre vinte da Jair Bolsonaro.
Oggi è però scoppiato il caso dello scoop rilanciato da The Intercept, il portale di giornalismo investigativo guidato da Glenn Greenwald, il quale ha riportato scambi rimessaggi su Telegram tra Sergio Moro e Deltan Dallagnol risalenti all’epoca dei fatti, dialoghi che dimostrerebbero l’intento politico di dirottare i processi su Lula.
Deltan Dallagnol era il procuratore che indagava su Lula, ed era in costante contatto con Sergio Moro, il giudice che ha condannato l’ex presidente brasiliano e che più di tutti si è battuto perché restasse in carcere e non si candidasse alle elezioni. Sergio Moro, neanche a dirlo, è divenuto ministro della Giustizia del governo Bolsonaro, cosa che potrebbe far pensare a un disegno precostituito ed a uno scontro tra sistemi.
Che inquirente e giudice avessero disegni politici è quanto emerge sempre dal quadro delle intercettazioni: i due allora scrissero Telegram su come bloccare un’intervista che il giornale Folha de Sao Paulo aveva fatto a Lula quando questi era già in carcere, al fine di prevenire indicazioni di voto.