Brasile. Strada spianata per Bolsonaro

di Elisabetta Corsi – 

Il primo turno delle presidenziali brasiliane vede il 46,12% dei voti a favore di Jair Bolsonaro, controverso personaggio deputato dell’ultradestra, ex militare e leader del Partito Sociale Liberale. Gli mancano solamente quattro punti per la vittoria, se li avesse ottenuti avrebbe trionfato già al primo turno.
La sfida quindi è ancora aperta, quando sembrava già chiusa con una vittoria schiacciante di Bolsonaro. Il 28 ottobre andrà al ballottaggio con Fernando Haddad, ex sindaco di San Paolo e leader del partito dei lavoratori, sostituto di Lula, ora in carcere con l’accusa di riciclaggio di denaro e corruzione. Haddad ha conquistato il 29,15 % dei voti e quindi per Bolsonaro la strada, con tutta probabilità, è abbastanza spianata.
Gli elettori che devono conquistare per vincere sono quelli di centro, la chiave per arrivare al Palacio do Planalto. Secondo i suoi sostenitori, Bolsonaro è il salvatore della patria contro la corruzione e l’insicurezza e la persona giusta per evitare di rivedere al potere il partito dei lavoratori, colpevole di aver lasciato il paese in preda alla peggior crisi economica della sua storia.
Dall’altro lato hanno suscitato scalpore le sue frasi misogine, omofobe e razziste. Se il suo avversario lo definisce fascista e un pericolo per la democrazia, da più parti riceve consensi: nel mercato finanziario, tra i deputati che si occupano di sicurezza e agricoltura ma anche tra gli esponenti della chiesa evangelista. Dalla finanza è visto invece come l’uomo giusto per compiere le riforme necessarie alla ripresa dell’economia. Non ha mai fatto mistero di rimpiangere il passato dispotico della nazione, con dichiarazioni a favore dela dittatura militare, della tortura e della pena di morte. i suoi discorsi sono caratterizzati da un sensibile odio per gli immigrati e le persone di colore oltre che per gli omossessuali, tanto da augurarsi che suo figlio muoia in un incidente stradale piuttosto che essere gay. I suoi valori, da fervente cattolico quale è, sono quelli della cosiddetta famiglia tradizionale mentre difende il porto d’armi per tutti per legittima difesa.
Sicuramente per Haddad, la strada è tutta in salita, infatti, c’è una diffusa sfiducia contro la sua formazione dopo gli scandali di corruzione e riciclaggio di denaro che l’hanno investito e, di conseguenza, la sua sfida dovrà essere quella di far dimenticare il partito del passato e dargli nuova credibilità.
Bolsonaro è stato definito come “il Trump del Sud America”, per le diverse caratteristiche in comune: oltre ai tratti conservatori ed estremisti, anche lui infatti, come il presidente Usa, non esita ad attaccare duramente la stampa che lo osteggia e che sostiene a suo dire solo l’elite tradizionale. Pure Bolsonaro fa ampio uso dei social, Twitter e Facebook, molto utilizzati in campagna elettorale per parlare direttamente con gli elettori. Nella sua visione, che ricalca molto quella dei populismi che si stanno diffondendo in tutto il mondo, pra di tutto c’è il Brasile e più in alto di quest’ultimo (forse) c’è solo Dio.
Non ha potuto partecipare al confronto con gli altri candidati, sulla tv O Globo, perché si sta rimettendo in ospedale a seguito di un attentato tramite coltello subito durante un comizio, in ogni caso questo risultato elettorale sarà una svolta per il paese e un cambiamento nel Congresso.