Brasile. Temer revoca l’asilo politico a Cesare Battisti

di Enrico Oliari –

Il presidente del Brasile, Michel Temer, ha revocato l’asilo politico e il permesso di soggiorno all’ex terrorista italiano Cesare Battisti.
Battisti era stato arrestato lo scorso 5 settembre con poche migliaia di euro nella città di Corumbà, nel Mato Grosso do Sul, proprio mentre cercava di passare la frontiera, ma già due giorni dopo il giudice Luiz Fux del Tribunale regionale federale della terza regione ne aveva disposto la scarcerazione con la restrizione di doversi recare una volta al mese in tribunale per confermare la sua presenza a San Paolo, dove risiede, e di rendere conto delle sue attività.
A concedere l’asilo politico a Battisti era stato Lula in uno dei suoi ultimi provvedimenti, ma l’ex presidente oggi ha ben altre gatte da pelare che intervenire sul caso dal momento che di recente è stato condannato 9 anni e mezzo per corruzione (presenterà ricorso) e all’interdizione ai pubblici uffici.
Battisti era convinto con i suoi legali che “non sarebbe stato possibile rivedere la sua posizione”, ma la diplomazia italiana aveva ripresentato la domanda di estradizione e, a quanto pare, sarebbe stata trovata una soluzione allo scoglio principale che si era presentato, ovvero che la pena massima prevista in Brasile è di 30 anni, mentre in Italia l’ex terrorista dei Proletari armati per il Comunismo deve scontare due ergastoli.
Intervistato nei giorni scorsi per la tv brasiliana Tribuna, Battisti aveva dichiarato con tono arrogante che “In Brasile sono protetto, posso uscirne come e quando voglio” e che “Se pensano di potermi mandare in Italia lo faranno illegalmente”.
Battisti in Italia è stato condannato a due ergastoli ed a vari anni di reclusione per quattro fra omicidi e concorsi in omicidio, nella fattispecie il 6 giugno 1978 a Udine Antonio Santoro, maresciallo della Polizia penitenziaria, il 16 febbraio 1979 a Milano Pierluigi Torregiani, gioielliere, il 16 febbraio 1979 a Santa Maria di Sala, Lino Sabbadin, macellaio, il 19 aprile 1979 a Milano, Andrea Campagna, agente della Digos. Era evaso dal carcere di Frosinone nel 1981 dopo due anni di reclusione, quindi era fuggito in Messico e poi in Francia, per poi fuggire in Brasile dove Lula gli aveva concesso asilo politico.
I due ergastoli riguardano i delitti Santoro e Campagna, mentre la condanna per concorso morale nell’omicidio Torregiani è di 13 anni e cinque mesi, e quella per concorso nell’omicidio Sabbadin e per insurrezione armata è di 12 anni. E’ stato ritenuto colpevole e quindi condannato anche per possesso illegale di armi, banda armata, associazione sovversiva, rapina, furto, evasione e via dicendo per un totale di 34 capi di imputazione.
La decisione di Temer rende quindi concreta la possibilità che preso l’ex terrorista venga condotto in Italia.
Vederlo pochi giorni fa nelle immagini trasmesse dai media seduto al bar mentre sorseggiava una birra e rispondeva con tono derisorio alle domande dei giornalisti, aveva suscitato disgusto soprattutto fra i parenti delle vittime. Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso da Battisti ed anche lui ferito e costretto a 15 anni su una sedia a rotelle, aveva commentato a La Vita in Diretta che “È la dimostrazione di quanto sia beffardo, menefreghista, assolutamente contro ogni morale”. “Lui non è un ex terrorista, lui è un terrorista, è un criminale, ha due ergastoli ma si è fatto una vita accomodante”.