Brics. Il vertice di Brasilia si conclude con un nulla di fatto su WTO e crisi internazionali

di Alberto Galvi –

Si è svolta nei giorni scorsi a Brasilia l’11mo vertice tra i 5 presidenti dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Il vertice ha portato i presidenti di Cina, Xi Jinping, di Russia Vladimir Putin, di Brasile, Jair Bolsonaro, di Sudafrica, Cyril Ramaphosa, e d’India, Narendra Modi, a un nulla di fatto per le troppe divergenze all’interno del gruppo dei maggiori paesi emergenti.
I leader di questo gruppo di paesi hanno iniziato i loro vertici nel 2006, con incontri annuali. All’inizio i paesi erano: Brasile, Russia, India e Cina, poi dal 2011 si è aggiunto il Sudafrica. I BRICS non sono solo un gruppo di paesi che fanno accordi di natura economica, ma cooperano anche in diversi settori come energia, salute, istruzione, innovazione, lotta alla criminalità transnazionale, scienza, tecnologia e commercio.
In questo vertice le difficoltà si sono presentate subito per il padrone di casa. Il presidente brasiliano Bolsonaro, a differenza degli altri leader dei paesi BRICS, è molto più vicino alle idee del presidente statunitense Donald Trump, soprattutto in campo economico e nelle politiche ambientali.
Il presidente brasiliano ha finora considerato Trump come il suo grande alleato a livello regionale, anche se la Casa Bianca non ha sostenuto l’ingresso del Brasile nell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development), sostenendo in questo caso l’Argentina.
Sui molti temi dell’agenda internazionale il presidente Bolsonaro la pensa in maniera differente rispetto ai suoi colleghi, soprattutto, sulla vicenda venezuelana, lui è l’unico dei 5 leader presenti a riconoscere come presidente ad interim Guaidò e a sostenere le sanzioni statunitensi contro Caracas.
Pechino e Mosca sono invece le grandi alleate del regime venezuelano di Nicolas Maduro. Un altro punto di dissenso è la questione boliviana, per il presidente brasiliano le dimissioni di Morales sono state un evento positivo, per Putin è stato un vero e proprio colpo di stato nei confronti di un governo legittimo.
Gli altri punti di dissenso tra Bolsonaro e gli altri leader presenti al vertice sono: i conflitti in Medio Oriente, la vicenda palestinese e la riforma del WTO (World Trade Organization).
Il tema più importante su cui le principali economie emergenti hanno discusso sono quelle riguardanti il WTO. Washington ha intenzione di produrre una riforma che elimini il trattamento differenziato favorevole ai paesi in via di sviluppo.
Per i paesi BRICS il WTO deve essere un sistema commerciale contrario alle misure unilaterali e protezionistiche, ma a favore di un sistema multilaterale basato su regole favorevoli allo spirito dell’organizzazione.
La discussione riguardante le regole del WTO, dimostra la mancanza di coesione dei paesi BRICS, per la quale non sono riusciti a sviluppare un programma comune di lungo periodo, al fine di aumentare la loro presenza nelle istituzioni internazionali.
In questo vertice però non si è discusso dello scontro che ormai da anni avviene nelle varie sedi delle organizzazioni internazionali tra i paesi più sviluppati come Stati Uniti e i paesi dell’Unione europea e i paesi BRICS, sulla disputa concernente la mancanza di rispetto dei diritti umani di codesto gruppo di paesi emergenti, che tutti insieme rappresentano quasi la metà della forza lavoro del pianeta.
La produzione industriale dei paesi BRICS avviene senza regole e in condizioni di lavoro degradanti per i loro lavoratori. Ciò genera una concorrenza sleale nei confronti dei paesi più sviluppati, attraverso una graduale delocalizzazione delle industrie e una caduta dei salari, incidendo sui diritti dei lavoratori e creando anche danni all’ambiente.
Nella dichiarazione finale dei paesi BRICS a Brasilia vengono citati i conflitti in Yemen, Sudan, Corea del Nord e Libia, ma si evita di fare riferimento al Venezuela e alla Bolivia, a causa delle differenze tra la posizione del Brasile, da un lato, e della Cina e della Russia, dall’altro.
Il Brasile è riuscito inoltre a includere nel documento finale una menzione sul rispetto della sovranità nazionale per quel che riguarda i progetti riguardanti l’ambiente, dopo le polemiche emerse con il presidente francese Macron proprio sugli incendi in Amazzonia.
Per Bolsonaro è stato importante finire questo vertice con un nulla fatto, per non intaccare i rapporti con i suoi principali alleati, che tra di loro sono rivali. Stati Uniti e Cina divergono in particolare sulla questione dei dazi commerciali e sulla questione della partecipazione della società cinese Huawei all’asta brasiliana delle frequenze 5G prevista a metà del 2020. Washington considera la società cinese una società spia che sottrae a molti paesi dati sensibili e in modo illegale.
Trump è il principale alleato politico del presidente brasiliano Bolsonaro, ma Xi è il suo principale partner commerciale. La presidenza del gruppo BRICS passerà nel 2020 alla Russia.