Cambiamenti climatici e salute dei bambini

di C. Alessandro Mauceri

Quali che siano le cause, l’ambiente e il clima stanno cambiando. Ma questo non è male solo per il clima, ha conseguenze preoccupanti sulla salute dei più piccoli. A confermarlo diversi studi: il primo, condotto da ricercatori della Columbia University e della Stanford University, conferma che i bambini sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e alla qualità dell’aria che respirano. Nel rapporto i ricercatori riportano molti esempi di come l’uso di combustibili fossili sta agendo sulla loro salute. Fin dalla nascita: l’esposizione a ondate di calore, come quelle che stiamo attualmente vivendo, può essere associata ad un aumentato di rischio di parto prematuro. Eventi meteorologici estremi hanno costretto più di 50 milioni di bambini a lasciare le loro case, quasi un milione solo negli Stati Uniti nel 2020. Respirare i fumi effetto di combustioni è nocivo. Ma nessuno si è mai posto il problema pensando che solo negli USA tra il 2008 e il 2012 sono stati circa 7,4 milioni i bambini esposti al fumo degli incendi che hanno devastato il loro territorio.
Notevoli anche i rischi associati alle ondate di calore che, come prevedibile, causano danni maggiori sulle comunità povere. In molti casi questi effetti sarebbero causati da politiche urbanistiche sbagliate; nel corso degli anni hanno creato vere e proprie isole di calore urbane caratterizzate da asfalto che intrappola il calore, pochi alberi, edifici densi, traffico, industria e autostrade e meno risorse per proteggere i bambini dal calore. Secondo i ricercatori sarebbe importante identificare i bambini particolarmente vulnerabili e agire tempestivamente per ridurre i rischi legati a malattie come l’asma o la salute mentale indebolita, dall’ansia che può sorgere, ad esempio, dopo essere stati costretti a muoversi a causa di un incendio boschivo. I numeri relativi all’inquinamento atmosferico in senso lato parlano di un miliardo di bambini con conseguenze che vanno dall’aumento del rischio di mortalità a disturbi dello sviluppo fino alla diminuzione della capacità di apprendimento e a problemi di salute mentale. In alcuni casi queste esposizioni causano il cancro.
A confermare questa situazione un altro rapporto, “Beating cancer — the role of Europe’s environment”, pubblicato dall’European Environment Agency (EEA). “I rischi ambientali e occupazionali sono alla base di circa il 10% dei casi di cancro in Europa”. Anche l’EEA elenca tutti i rischi ambientali legati all’insorgenza di cancro: inquinamento atmosferico, sia indoor che outdoor, l’esposizione a lungo termine al particolato è legato alla leucemia negli adulti e nei bambini. Anche il radon e le radiazioni ultraviolette contribuiscono in modo significativo all’aumento dei casi di cancro in Europa. E poi l’esposizione al fumo passivo o a sostanze come piombo, arsenico, cromo, cadmio, acrilammide, pesticidi, bisfenolo e altre sostanze alchiliche e polifluorurate (PFAS). E tutte le forme di amianto: sono ben note cancerogene, associate a mesotelioma e tumori polmonari, nonché tumori della laringe e delle ovaie, eppure, nessuno provvede a bonificare le migliaia di scuole dove si trova amianto (secondo il rapporto dell’Osservatorio Amianto).
In un altro articolo, pubblicato qualche tempo fa sull’autorevole rivista the Lancet, alcuni ricercatori hanno dichiarato che se non si farà nulla per il cambiamento climatico, la salute dei bambini nati oggi sarà sempre più minacciata per tutta la vita. “Se le cose rimarranno così come sono, con alte emissioni di carbonio e cambiamenti climatici che continuano allo stesso ritmo, un bambino nato oggi vivrà in un mondo che è in media 4 gradi più caldo quando compirà 71 anni, mettendo a rischio la sua salute in tutte le fasi della sua vita”, hanno detto gli autori dello studio. “I bambini sono particolarmente vulnerabili ai rischi per la salute associati ai cambiamenti climatici. I loro corpi e il loro sistema immunitario sono ancora in via di sviluppo, rendendoli più vulnerabili alle malattie e agli inquinanti”, afferma il dottor Watts, dell’Institute for Global Health dell’Università di Londra. E le conseguenze sulla salute “persistono nell’età adulta” e “durano una vita, sottolinea, chiedendo “un’azione immediata da parte di tutti i paesi per ridurre Emissioni Serra”. Il rapporto realizzato in collaborazione tra 35 istituzioni, tra cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la Banca Mondiale e università, segnala 41 indicatori chiave.
Di questi problemi si è parlato anche nel corso del briefing “Towards ‘just resilience” dell’European Environment Agency (EEA). “Il cambiamento climatico colpisce tutti gli europei, ma i gruppi vulnerabili, come gli anziani, i bambini, i gruppi a basso reddito e le persone con problemi di salute o disabilità, sono i più colpiti”. Secondo l’analisi dell’EEA, “quasi la metà delle scuole e degli ospedali nelle città europee si trova all’interno di isole di intenso calore urbano e una scuola o un ospedale su dieci in Europa possono essere esposti a inondazioni”. Anche gli esperti dell’EEA ammettono che “le misure di adattamento ai cambiamenti climatici raramente vanno a vantaggio di tutti nella stessa misura”.
Il commissario europeo per l’Ambiente, la pesca e gli oceani. Virginijus Sinkevičius, ha dichiarato: “Il rapporto dell’EEA evidenzia che troppi casi di cancro hanno una causa ambientale sottostante”. A fargli eco Stella Kyriakides, Commissaria Ue per la Salute e la sicurezza alimentare, ha ammesso che “Ogni anno in Europa si stima che oltre un quarto di milione di vite vadano perse a causa di un cancro legato all’ambiente”.
Tante belle parole. Tante promesse ma che si scontrano con numeri che dicono che si sta andando nella direzione opposta. Secondo la “Global Energy Review: CO2 Emissions in 2021” pubblicata dall’International energy agency (Iea) “Nel 2021 le emissioni globali di anidride carbonica legate all’energia sono aumentate del 6%, a 36,3 miliardi di tonnellate, il livello più alto mai raggiunto”. Il rapporto dimostra che L’aumento delle emissioni globali di CO2 di oltre 2 miliardi di tonnellate è stato il più grande nella storia in termini assoluti, più che compensando il declino indotto dalla pandemia dell’anno precedente. La ripresa della domanda di energia nel 2021 è stata aggravata dalle condizioni meteorologiche e del mercato energetico avverse, in particolare dai picchi dei prezzi del gas naturale, che hanno portato a una maggiore combustione di carbone nonostante la produzione di energia rinnovabile abbia registrato la sua più grande crescita di sempre.
Per far fronte a questa situazione alcuni dei governi più sviluppati, tra i maggiori responsabili delle emissioni di CO2 non fanno niente. Anzi, nei giorni scorsi la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America (con 6 voti contro 3) ha emesso una sentenza (West Virginia v. EPA Environmental Protection Agency) che potrebbe avere conseguenze disastrose per la lotta ai cambiamenti climatici. La sentenza ha di fatto ristretto le opzioni dell’EPA, ai sensi del Clean Air Act, di poter limitare l’inquinamento da CO2 proveniente dalle centrali elettriche. Con questa sentenza la maggioranza negazionista climatica della Corte si è schierata apertamente a favore degli interessi dei combustibili fossili che sostenevano di essere minacciati da una regolamentazione eccessiva. Una sentenza che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha descritto “Una decisione devastante”. Salvo poi, invece di agire concretamente per ribaltare la questione. come avrebbero dovuto fare molti governi europei, ha preferito tornare a concentrarsi sul conflitto in Ucraina.