Cambiamento clima: Sereni, ‘strategia per proteggere donne e bambini nei Paesi più fragili’

Farnesina

“Questo Indice è ormai un riferimento sempre più rilevante per tutti gli attori della cooperazione allo sviluppo per quanto riguarda la tutela dei diritti fondamentali di milioni di donne e bambini”. Lo ha dichiarato alla presentazione dell’Indice WeWorld 2021 la Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni, che ha aggiunto: “Il cambiamento climatico sta moltiplicando alcuni problemi globali come la povertà, la scarsità di cibo e acqua, e i conflitti per il controllo delle risorse, senza pensare che esso sarà anche la principale causa delle migrazioni, visto che circa il 40% della popolazione mondiale, 3 miliardi di esseri umani, vive in aree colpite dal fenomeno”.
“Nei Paesi in via di sviluppo – ha spiegato Sereni – le donne risultano spesso particolarmente vulnerabili. È quindi importante nel rispondere alle crisi ambientali e umanitarie causate dal cambiamento climatico attuare specifiche strategie pensate per loro. Per questo, nella sua Presidenza del G20 l’Italia ha voluto sottolineare il tema della parità di genere. A sua volta, la Cooperazione italiana allo sviluppo ha adottato Linee guida per l’emancipazione di donne e ragazze, oltre che per la parità. Quanto ai bambini, – ha detto ancora la Vice Ministra – sono ovviamente tra i soggetti più fragili e vulnerabili agli eventi meteorologici estremi. Abbiamo la responsabilità di rendere questi giovani e queste donne attori efficaci nella sfida dettata dal cambiamento climatico. Mitigare i suoi effetti in certe aree del mondo diventa dunque una delle principali priorità della nostra Cooperazione, insieme alla protezione dei diritti dei bambini e delle donne, e all’accesso a cibo, acqua e istruzione”.
“L’Italia – ha proseguito Sereni – è impegnata a proteggere i bambini dai disastri naturali e a garantire un’educazione di qualità per ognuno di loro. Il nostro impegno è rivolto a promuovere un pieno sviluppo del capitale umano e delle risorse come chiave per garantire una crescita sostenibile e inclusiva. Del resto, l’indice WeWorld parla chiaro: c’è ancora molto da fare per colmare il divario dell’esclusione, soprattutto di donne e bambini, in molti Paesi. La strada per migliorare la condizione dei Paesi più poveri – ha concluso – è spesso irta di ostacoli, ma i risultati ottenuti devono essere uno stimolo per attuare nel più breve tempo possibile gli obiettivi dell’Agenda 2030”.