Carte prepagate: i nuovi limiti imposti dalla direttiva UE

Notizie Geopolitiche – 

Gli strumenti di pagamento elettronico sono diventati il sistema preferito dai governi, europei e non solo, per garantire più sicurezza e controllo sugli acquisti. Nonostante ciò anche alcune di queste opzioni potevano essere oggetto di un uso non sempre legale, ovvero per far circolare denaro proveniente da atti illeciti. Da qui la necessità da parte degli organismi competenti di rivedere ancora la normativa sull’antiriciclaggio con l’approvazione da parte del Parlamento europeo di una nuova direttiva. Ma che cosa è cambiato con questa nuova direttiva Ue, e cioè la nr. 2018/843 pubblicata a Giugno 2018?
Troviamo delle importanti novità soprattutto per quanto riguarda i wallet elettronici, le criptovalute, i cambiavalute e le carte prepagate. Tutti questi sistemi fino a un po’ di tempo fa offrivano una possibilità che le altre carte di pagamento elettronico non presentavano e cioè quella di ottenere e utilizzare una carta non nominativa, ovvero le cosiddette carte anonime.
Focalizziamoci soprattutto sulle carte prepagate senza Iban, che per loro natura e funzionamento hanno ricevuto spesso un minor grado di controlli da parte delle società emittenti. I titolari di queste carte, già da luglio 2018, si sono resi conto però che qualcosa era cambiato visto che le carte emesse dopo questa data hanno già incorporato i cambiamenti necessari per essere in linea con la direttiva Ue.
Questi cambiamenti hanno reso la scelta delle carte prepagate un po’ più complicata: da una parte un numero crescente di alternative e dall’altra condizioni e limiti molto differenti tra loro. E’ possibile però fare la scelta ottimale in funzione delle proprie necessità, rimanendo informati sulle novità del mercato attraverso siti specializzati come Cartedipagamento.com o simili.
Tornando alle novità vediamo quali sono quelle più significative. Per prima cosa sulle carte prepagate non nominative è stata fatta una stretta sulla soglia massima di utilizzo che era prima pari a 250 euro mensili, ed ora è stata abbassata a 150 euro. Questo implica che per concedere una carta prepagata anonima (quindi senza controlli nemmeno sull’identità del richiedente e possibilità di utilizzo da parte di chiunque, non solo del richiedente), l’emittente dovrà rispettare obbligatoriamente questo limite, che potrà essere superato solo nel caso di una carta non ricaricabile ad esclusivo impiego sul territorio nazionale. Quindi si potranno verificare due situazioni:

• carta prepagata anonima di importo superiore a 150 euro: solo nel caso in cui la card sia utilizzabile a livello nazionale, e non possa essere ricaricata;
• carta prepagata anonima con una soglia inferiore a 150 euro.

Quest’ultima, ripetiamo, potrà essere una carta ricaricabile, ma l’impiego sarà sempre esclusivamente limitato per fare acquisti a livello nazionale. Sono previste limitazioni anche per i canali con i quali fare le ricariche. Nel particolare è stata prevista l’impossibilità di effettuare ricariche che possano essere ‘anonime’ ovvero non tracciabili.