Cile. Alla ICJ la contesa con la Bolivia per lo sfruttamento delle acque del Silala

di Alberto Galvi

Il Cile ha aperto un contenzioso nei confronti della Bolivia presso l’ICJ (Corte internazionale di giustizia) dell’Aia per il caso dello sfruttamento delle acque del fiume Silala, su cui entrambi i paesi rivendicano i diritti. Il Cile chiede che l’ICJ dichiari quel fiume, che sorge in Bolivia, un corso d’acqua internazionale e gli dia uguali diritti sulle sue acque.
Il governo cileno afferma che i suoi diritti sul fiume Silala gli sono stati negati dal 1999, e nel 2000 ha proposto formalmente di negoziarne l’uso delle acque. In quel frangente il Cile si era detto disposto ad accettare di pagare un compenso economico alla Bolivia, ma le discussioni si erano arenate quando la Bolivia aveva alzato il prezzo.
Il fiume si snoda nel deserto di Atacama, il più arido della terra ma dove ci sono le miniere di rame cilene, che necessitano di acqua.
Grazie a un pre-accordo raggiunto con la Bolivia nel maggio 2009 il Cile ha accettato il pagamento del 50 per cento dell’utilizzo delle acque. Nel 2011 la Bolivia ha tuttavia chiesto che il pagamento fosse retroattivo, cioè dall’inizio del Ventesimo secolo, ma il Cile non ha accettato.
Cile e Bolivia non hanno relazioni diplomatiche formali dal 1978, e i due paesi sudamericani hanno ripreso il dialogo nel 2010 e hanno concordato di realizzare una tabella di marcia che non includesse la richiesta della Bolivia di uno sbocco al mare. Nel 2013 la Bolivia ha intentato una causa dinanzi alla ICJ dell’Aia per costringere il Cile a negoziare uno sbocco sull’oceano.
Il Cile ha trascinato nel 2016 la Bolivia davanti all’ICJ, e nel 2018 la Bolivia ha presentato le sue argomentazioni e ha replicato al suo vicino sostenendo che una parte importante del flusso d’acqua che scorre verso il Cile è artificiale e che deve pagare per il suo utilizzo. Lo stesso anno l’ICJ ha respinto le argomentazioni boliviane, sostenendo che il Cile non era legalmente obbligato a negoziare uno sbocco al mare con il paese andino.
L’ultima fase delle udienze sulla disputa del fiume Silala presso la sede dell’ICJ è iniziata lo scorso 1 aprile con le rivendicazioni cilene. Oggi la Bolivia ha presentato in udienza le sue ragioni.
La seconda udienza da parte del Cile inizierà l’11 aprile, mentre due giorni dopo sarà nuovamente la volta della Bolivia. infine il 14 aprile ci si sarà l’ultima comparizione in aula di entrambi i paesi. Un giudizio finale potrebbe richiedere anni, ma una volta emesse, le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia sono vincolanti e non possono più essere impugnate.