di Alberto Galvi –
Il Congresso cileno ha approvato un ddl (disegno di legge) che consente alle persone dello stesso sesso di sposarsi. La proposta è stata esaminata alla Camera dei deputati dove è stata approvata con 82 voti favorevoli, 20 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento mira ad eliminare la distinzione tra uomo e donna come uniche componenti del matrimonio, mentre in materia di filiazione cerca di sostituire quali genitori i riferimenti fatti al padre o alla madre, riconoscendo il rapporto di filiazione alle coppie dello stesso sesso.
Precedentemente aveva ottenuto l’approvazione del Senato con 21 senatori a favore, 8 contrari e 3 astenuti. Il Cile diventa così l’ottavo paese dell’America Latina a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Gli altri paesi sono Argentina, Colombia, Uruguay, Ecuador, Brasile, Costa Rica e diversi Stati del Messico.
Il ddl era stato presentato nel 2017 ed era rimasto bloccato per quasi quattro anni, quando a capo del governo c’era l’ex presidente socialista Michelle Bachelet, ora Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, costantemente osteggiato dai partiti di destra.
Lo scorso luglio, con una svolta sorprendente, l’attuale presidente Sebastián Piñera ha incaricato con urgenza entrambe le Camere di discutere il ddl a favore del matrimonio delle coppie gay. Questa è la prima elezione in Cile in 16 anni senza la partecipazione di Bachelet e Piñera, che si sono avvicendati alla presidenza dal 2006.
La scorsa settimana la Commissione mista delle due Camere del Congresso ha costretto i parlamentari a un nuovo voto, eliminando la norma che indicava che la parentela dei figli non potesse mai essere determinata da più di 2 persone. Perciò si apre la porta alla possibilità che ci siano tre o quattro padri o madri. Dal 2015 ad oggi le persone omosessuali avevano solo la figura giuridica dell’Accordo di Unione Civile, che non riconosceva i diritti filiali.
A pochi giorni dal ballottaggio del 19 dicembre la questione del matrimonio gay divide profondamente i due candidati alla presidenza del Cile. Il candidato di sinistra Gabriel Boric, in qualità di legislatore, ha votato a favore del testo, mentre il candidato di estrema destra José Antonio Kast ha fatto campagna contro.