Cile. Boric ha sfidato il Congresso ad approvare l’accordo su una nuova costituzione

di Alberto Galvi

Il presidente Gabriel Boric ha sfidato il Congresso cileno ad approvare l’accordo per una nuova costituzione,
nell’ultimo tentativo di sostituire una carta nazionale che risale alla dittatura militare di Augusto Pinochet.
L’accordo raggiunto lo scorso 12 dicembre vedrebbe la nuova costituzione redatta nel corso del prossimo anno da una commissione di 50 consiglieri costituzionali più un imprecisato numero di rappresentanti indigeni, tutti da eleggere in modo diretto in un voto proposto per aprile 2023, sulla base di una bozza preliminare preparata da una commissione di 24 esperti.
L’accordo deve ora passare nel Congresso, dove non tutti i legislatori sostengono il piano. Almeno 29 senatori e 89 deputati, o quattro settimi del Congresso, devono votare a favore affinché l’accordo passi. Tra i temi più controversi nei colloqui seguiti al referendum di settembre vi è il numero dei consiglieri e la modalità della loro eventuale elezione.
In base a questo accordo i consiglieri sarebbero eletti ad aprile, la metà degli esperti sarebbe nominata dai deputati parlamentari e l’altra metà dai senatori. L’accordo propone anche una parità tra uomini e donne, la partecipazione delle popolazioni indigene e che le proposte siano approvate dai tre quinti dei consiglieri. I
L’accordo su una nuova carta costituzionale prevede una dozzina di principi precedentemente determinati dai partiti politici, tra cui il fatto che il Cile abbia un governo unitario, ma decentralizzato con i rami esecutivo, giudiziario e legislativo separati e indipendenti. Agli 11 popoli indigeni del Cile verrebbero riconosciuti i diritti fondamentali, compreso il diritto alla vita e alla proprietà.
Inoltre i partiti politici in causa hanno concordato sul principio che l’esercito cileno deve essere sempre subordinato al governo civile. Secondo la proposta, 14 giudici di ciascuna delle parti difenderanno questi diritti fondamentali. Se il Congresso approverà l’accordo, il Cile avrà cinque mesi per redigere una nuova costituzione, in vista di un voto nazionale proposto per la fine del prossimo anno.
L’attuale costituzione del Cile è stata scritta nel 1980, e consente al ramo esecutivo di sospendere le libertà civili, limitare la libertà di stampa e altro ancora.