Cile. Il nuovo presidente Boric ha voluto un governo femminista

di Paolo Menchi

Nonostante il Cile abbia avuto una donna (Michelle Bachelet) presidente per ben due mandati, il ruolo femminile nella politica era sempre rimasto piuttosto marginale, fino al nuovo governo voluto dal giovane presidente Gabriel Boric (36 anni), eletto nel dicembre scorso ed entrato in carica in questi giorni.
I ministri donna del nuovo governo saranno 14 su 24 e, per quanto simbolico, è anche importante che il ministero per le donne guidato dalla trentaduenne Antonia Orellana avrà sede proprio nel palazzo presidenziale, a La Moneda, e la ministra per la prima volta farà parte del comitato politico come segnale di rinnovamento e cambiamento.
Ci sono anche decisioni tutt’altro che simboliche come la nomina di Izkia Siches a ministra dell’Interno, per la prima volta una donna in un ministero tradizionalmente considerato maschile, che avrà anche il non facile compito di gestire la sicurezza pubblica in questo momento minata dal problema migratorio al nord e dalla violenza al sud, nella regione della Araucania e nelle zone limitrofe, legata alla rivendicazione degli indigeni mapuche.
Come portavoce e collaboratrice di primo livello il presidente ha scelto Camila Vallejo, sua compagna di lotte nel movimento studentesco universitario, ed appartenente al partito comunista, che non aveva rappresentanti nell’esecutivo dai tempi del governo di Salvador Allende (1970).
Boric ha scelto un’altra donna come assistente alla Presidenza, il tenente colonnello dei carabineros Cecilia Navarro Luke, che dovrà accompagnare il capo di stato nelle cerimonie ufficiali.
Diciamo che in questo momento Boric sta dimostrando che il suo impegno a rendere più attiva la partecipazione femminile nella politica è concreto ma anche promozionale, infatti, per la giornata della donna ha preteso che i ministri uomini non apparissero in pubblico e che evitassero ogni forma di protagonismo, anche omettendo di fare gli auguri alle donne perché non avessero più visibilità delle colleghe.
Molto atteso il nuovo governo di questa nuova sinistra, che nasce sotto la costituzione del 1980 voluta da Pinochet e che si troverà tra qualche mese ad affrontare il referendum che dovrà approvare o rifiutare la nuova costituzione redatta dall’Assemblea costituente eletta nel maggio scorso.
Certamente un voto negativo o positivo di misura sarebbe uno smacco per il governo chiamato anche a far ripartire l’economia post covid in un momento di tensione economica e politica internazionale che avrà conseguenze inflazionistiche importanti in tutto il mondo.