Cile. Il presidente Boric vuole aprire un’ambasciata nei Territori occupati palestinesi

di Alberto Galvi

Il governo cileno è favorevole ad aprire un’ambasciata nei Territori occupati palestinesi, anche se non esiste ancora una tempistica. Il Cile è a sostegno del diritto internazionale e del diritto del popolo palestinese a stabilire il proprio Stato indipendente, ed il presidente Boric ha annunciato la decisione durante una cerimonia privata nella capitale cilena, Santiago, ospitata dalla numerosa comunità palestinese della città.
Si stima che la comunità palestinese del Cile comprenda più di 300mila persone, molte delle quali provengono da famiglie originarie dell’area di Betlemme in Cisgiordania, compresi i villaggi di Beit Jala e Beit Sahour. I Territori palestinesi, che i palestinesi vogliono riconosciuti come Stato, comprendono la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e contestano il controllo su Gerusalemme Est. L’Autorità palestinese vuole Gerusalemme capitale di un futuro Stato palestinese.
I palestinesi iniziarono a immigrare in Cile in gran numero durante il 20mo secolo. La comunità palestinese si è inserita nell’industria tessile cilena ed è stata anche coinvolta nella politica del paese. Il Cile ha aperto nel 1998 un ufficio di rappresentanza presso l’Autorità palestinese nella città di Ramallah, in Cisgiordania. Il paese ha nel 2011 anche riconosciuto la Palestina come Stato e ha sostenuto il suo ingresso nell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura).
Boric ha un rapporto teso con i 18mila ebrei cileni e ha incoraggiato loro a fare pressioni per le concessioni territoriali israeliane. La proposta cilena di un’ambasciata nei Territori palestinesi non ha specificato dove si troverà esattamente l’ambasciata.
Nell’ennesimo scontro israelo-palestinese, avvenuto in settembre, il presidente cileno aveva rifiutato le credenziali del nuovo ambasciatore Gil Artzyeli.