Cile. Stato di emergenza per gli scontri tra polizia e Mapuche

di Alberto Galvi –

Il presidente cileno Sebastian Piñera ha annunciato lo stato di emergenza mediante decreto in seguito agli scontri scoppiati lo scorso 10 ottobre tra gli indigeni Mapuche e le forze di sicurezza nel centro di Santiago, la capitale cilena. I disordini sono stati provocati dalla notizia dell’insabbiamento del processo per l’uccisione nel 2018 da parte della polizia di un uomo mapuche disarmato, cosa che ha scatenato un’ondata di proteste che fino ad oggi non si è arrestata.
Il decreto presidenziale limita la libertà di riunione e di movimento e consente l’intervento dei militari a sedare i disordini di ordine pubblico in aiuto alla polizia. Tale misura può durare al massimo 15 giorni e può essere rinnovabile dal Congresso per altri 15 giorni. Per due settimane lo stato di emergenza è inizialmente previsto nella parte meridionale del paese, nelle province di Biobio e Arauco, nella regione del Biobio, a Malleco e Cautin, nell’Araucania.
Il dispiegamento di truppe in due regioni meridionali potrebbe intensificare ulteriormente il conflitto con gli indigeni Mapuche che rappresentano quasi il 10 per cento della popolazione totale. Fin dal 18mo secolo i Mapuche furono dominati dai cileni, i quali spingendoli verso sud si impadronirono delle loro terre.
I Mapuche chiedono il ripristino delle loro terre ancestrali attualmente di proprietà di aziende agricole e di legname. Negli ultimi 10 anni la mancanza di una riposta alle loro richieste ha spinto i gruppi armati a compiere attacchi contro camion e proprietà private, bruciando anche due chiese, una cattolica romana e una evangelica.
Piñera è ancora sotto pressione per la brutale repressione delle proteste del 2019 e del 2020, in cui civili innocenti e agenti di polizia sono stati uccisi nelle violenze. Pochi giorni dopo le proteste nel dicembre 2019 Piñera ha evitato di poco l’impeachment. L’ultima mozione di sfiducia per mettere sotto accusa il presidente potrebbe essere votata al Congresso prima del primo turno delle elezioni generali cilene del 21 novembre 2021. Se la sfiducia sarà approvata da entrambe le Camere Piñera dovrà essere rimosso dall’incarico.
Nel frattempo il presidente cilen è alle prese anche con i suoi problemi legali di carattere finanziario per i quali si dichiara innocente, nel quadro dell’inchiesta Pandora Papers.
Per il governo cileno lo stato di emergenza deve essere in grado di salvaguardare l’ordine pubblico in tutto il paese, in particolare nelle dove gruppi criminali legati al traffico di droga e al terrorismo hanno già perpetrato numerosi atti di violenza.