Cina. Sfiorata dai satelliti di Musk la stazione orbitale Tiangong: accuse presentate all’Unoosa

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Cresce il traffico nello spazio intorno alla Terra, nelle cui orbite scorrazzano sospesi quasi 2.500 satelliti, ma il numero è incerto poiché è sconosciuto il quantitativo di quelli a scopo militare. Oltre a questi vi sono due stazioni orbitali, la Iss quale missione congiunta di Nasa (Usa), Esa (Ue), Rka (Russia), Jaxa (Giappone) e Csa-Asc (Canada), e la Tiangong 3 cinese, che ha preso il posto della Tiangong 2, ma che è ancora in fase di costruzione. Il considerevole aumento degli artefatti, insieme all’enorme quantitativo di “detriti spaziali” (prodotti dal disuso di satelliti in orbita, da sonde, pannelli solari, razzi, frammenti, parti di navicelle o utensili andati perduti durante missioni spaziali), crea pericoli di collisione non secondari, ed oggi il governo cinese ha accusato davanti all’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (Unoosa) di condotta irresponsabile e pericolosa gli Usa in quanto la Tiangong 3 è stata “sfiorata” da due satelliti della Starlink, società del miliardario statunitense Elon Musk.
I tecnici cinesi sono stati costretti a manovre per evitare le collisioni, in realtà operazioni abbastanza frequentiper evitare i detriti, ma viste le tensioni fra i due paesi tutto va bene per puntare il dito.
Il documento presentato all’Unoosa riporta di condotte che “hanno messo in pericolo la vita o la salute degli astronauti a bordo della Stazione spaziale cinese”, e il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha affermato che “gli Usa irresponsabilmente ignorano i loro obblighi previsti dai trattati internazionali”. La linea di Pechino consiste di sostenere che i governi sono responsabili anche delle azioni nello spazio delle società private che hanno sede presso di loro.