Colombia. Angel Padilla Romero, alto comandante dell’ELN, è morto dopo un bombardamento

di Alberto Galvi

Angel Padilla Romero, un alto comandante colombiano del gruppo guerrigliero rivoluzionario marxista-leninista dell’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale), è morto per le ferite riportate in un bombardamento. Romero era membro del Comando Centrale, il più alto organo di governo dell’ELN, ed era a capo del cosiddetto Fronte di guerra occidentale, il secondo con la maggiore espansione dopo l’accordo di pace del 2016.
Romero è stato portato in ospedale nella città di Cali ferito dieci giorni dopo l’attentato nella giungla della provincia di Chocó, una delle roccaforti del gruppo ribelle, l’ultima attiva in Colombia dopo lo storico patto che ha disarmato le FARC-EP (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia -Esercito del Popolo).
Alcuni dissidenti delle FARC-EP rimangono però attivi nella nazione sudamericana, mentre l’ELN ha circa 2.300 combattenti in armi e una vasta rete di supporto nei centri urbani. Quest’anno la Colombia è stata scossa da proteste antigovernative di massa a causa della pandemia di coronavirus.
Il leader dell’ELN morto è stato autore di molti omicidi e rapimenti. Tra i suoi innumerevoli reati c’è anche quello di traffico di droga. Inoltre ha organizzato lo sfollamento di migliaia di persone e ha sponsorizzato attacchi alle forze di sicurezza, mentre tra aprile e giugno di quest’anno ha organizzato atti di vandalismo durante le massicce proteste antigovernative che hanno scosso il paese sudamericano, provocando decine di morti.
Romero si era unito alla guerriglia da adolescente e si occupava nelle sue aree di influenza di reperire risorse per l’insurrezione attraverso il traffico di cocaina e i rapimenti. Su di lui pesava un mandato di cattura per i reati di ribellione, sequestro di persona e omicidio aggravato di un leader indigeno.
Il CIRC (Comitato Internazionale della Croce Rossa) ha dichiarato in un rapporto a marzo che lo scorso anno 389 persone, per lo più civili, sono state uccise da ordigni esplosivi. Questo è il conteggio più alto dal 2016, quando è stato firmato l’accordo di pace tra il governo e le FARC-EP.
I principali gruppi armati che operano in Colombia sono: l’ELN che opera in diverse parti del paese, il gruppo paramilitare delle Aquile Nere, che è attivo nel dipartimento di Arauca nel nordest della Colombia, mentre i Gruppi Armati Residui di Dagoberto Ramos e Jaime Martínez operano nel nord della valle del Cauca. Infine le Forze AGC (Autodifesa Gaitanista della Colombia), che sono chiamate anche Clan del Golfo, operano tra i dipartimenti di Antioquia e Chocó.
Nel conflitto tra l’esercito colombiano e questi gruppi paramilitari i civili stanno pagando il prezzo più alto, con il reclutamento di minori da parte dei gruppi armati. Inoltre in Colombia sono in aumento le uccisioni di attivisti per i diritti umani. Sono 119 i leader sociali colombiani assassinati nel 2021 e 1.233 dalla firma dell’Accordo di pace nel 2016.
Il presidente colombiano Duque nel 2019 ha interrotto i negoziati con il gruppo ELN, cosa che ha portato alla ripresa delle operazioni militari.
La morte di Romero è l’attacco più importante compiuto dall’esercito colombiano contro i guerriglieri dell’ELN da quando nell’ottobre dello scorso anno, durante un’operazione militare, è stato ucciso il comandante Uriel.