Colombia. Bilancio positivo per i primi cento giorni di Petro

di Paolo Menchi –

È arrivata anche per il neopresidente colombiano Gustavo Petro la fatidica data dei primi cento giorni, ormai divenuto il primo giro di boa di ogni governo in tutto il mondo, in cui si giudica l’approccio all’incarico e la valutazione di come le prime decisioni possano essere state coerenti e adeguate a perseguire gli obiettivi dichiarati durante la campagna elettorale.
In questo caso poi il giudizio era particolarmente importante, visto che Petro è il primo presidente di sinistra della Colombia e che le sue decisioni erano attese al varco dai suoi oppositori.
Il bilancio è da considerarsi estremamente positivo, se persino il leader storico della destra, Alvaro Uribe, ha elogiato l’operato del nuovo presidente definendo le sue prime decisioni coerenti con la sua campagna elettorale, inoltre nelle dichiarazioni di altri esponenti dell’opposizione traspare sempre una stima ed un rispetto per l’avversario difficilmente riscontrabili anche in democrazie più avanzate.
Ma quali sono i primi provvedimenti del nuovo governo?
Innanzitutto il Parlamento ha approvato la riforma tributaria necessaria per reperire risorse economiche da impiegare per i programmi sociali a favore dei più poveri, iniziative destinate alla lotta contro la fame, all’accesso gratuito all’assistenza sanitaria e alla scuola, alla costruzione di case popolari e alla creazione di infrastrutture basilari, ma spesso assenti, come gli acquedotti.
Saranno soprattutto il settore petrolifero e carbonifero a fare cassa, subendo un aumento di imposte, in particolare sui guadagni derivanti dalle esportazioni, così come il settore finanziario, ma anche una nuova tassa sulle bibite zuccherate e l’aumento delle imposte per i redditi più alti daranno il loro contributo.
È già stato negoziato l’acquisto di circa tre milioni di ettari di terreni dagli allevatori che saranno assegnati ai contadini per la promessa riforma agraria.
Inoltre, è stata approvata la legge 418 che permette di riaprire le trattative di pace con quei gruppi guerriglieri rimasti ancora in attività e arrivare finalmente ad una pacificazione totale che diminuisca la violenza e le estorsioni e che liberi anche ulteriori terreni per le coltivazioni, in passato spesso inaccessibili per volere dei guerriglieri.
Più a lungo termine, ma certamente tra gli obiettivi primari, c’è la lotta al cambiamento climatico, favorendo le energie rinnovabile a discapito di petrolio e carbone.
Proprio nelle ultime settimane la Colombia ha dovuto fare i conti con piogge torrenziali e alluvioni che hanno provocato circa 300 morti lasciando senza casa migliaia di persone, oltre ad avere distrutto scuole e edifici pubblici con dei costi di ricostruzione altissimi.
Non si tratta solo di combattere una battaglia ecologista per proteggere un paese ricchissimo di biodiversità, ma anche dal punto di vista economico ogni passo in questo campo potrebbe voler dire risparmiare consistenti risorse economiche.