Colombia. I tre anni dell’operazione Artemis lanciata dal presidente Iván Duque contro la deforestazione

di Alberto Galvi

Il presidente colombiano Iván Duque ha lanciato nel 2019 l’operazione Artemis, un’offensiva guidata dall’esercito volta a combattere la deforestazione dilagante. Con l’accordo di pace del 2016 tra lo Stato e le FARC-EP (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo), la deforestazione è aumentata in quanto le ex formazioni ribelli hanno limitato la loro attività in Amazzonia. Precedentemente le fitte foreste fornivano la copertura di cui i ribelli avevano bisogno per ammassare truppe e spostarle inosservate.
L’operazione Artemis è stata concentrata nelle province amazzoniche, e tre anni dopo le autorità hanno affermato di aver compiuto progressi, con più di 100 sospetti arrestati e più di 21mila ettari recuperati. I violenti incendi sono una pratica comune per rendere il terreno adatto all’allevamento di bestiame, all’estrazione illegale mi minerali e alla coltivazione delle piante di coca.
Prima della fine del suo mandato ad agosto Duque aveva promesso di ridurre del 30 per cento i tassi di deforestazione, ma i dati sono rimasti allarmanti. Nel 2020 il paese ha perso un’area delle dimensioni di Bogotà a causa della deforestazione, con un aumento dell’8 per cento rispetto all’anno precedente.
Attualmente nel paese sono presenti 59 parchi naturali nazionali, e proteggere il 30 per cento del territorio significa ampliare le aree marine protette di oltre 160 mila chilometri quadrati. La Colombia ospita circa il 10 per cento della fauna e della flora di tutto il mondo. Il paese è tra le 12 nazioni con le maggiori biodiversità, ed è il terzo dell’intero pianeta con più acqua.