Colombia. Il governo annuncia la riforma tributaria e scoppia la guerriglia

di Paolo Menchi

Era cominciata come una semplice protesta contro l’ipotesi di riforma tributaria, la terza in tre anni e che il governo ha annunciato nei giorni scorsi, ma sta assumendo sempre di più la caratteristica di guerriglia urbana che sta facendo registrare morti e feriti.
La cosiddetta Ley de Solidaridad Sostenible, che il governo di Ivan Duque ha progettato, ha l’obiettivo di raccogliere una somma pari ad oltre sei miliardi di dollari americani per affrontare la crisi economica che il paese sta affrontando anche a causa della pandemia; prevede anche la creazione di un fondo per far fronte al cambiamento climatico e una tassa sugli imballaggi di plastica monouso.
I manifestanti accusano il governo, già contestato per come ha affrontato la pandemia, di aver predisposto la riforma colpendo soprattutto le classi medie e basse con l’aumento dell’IVA e con l’introduzione di una tassa sul reddito anche per coloro che avevano un livello di stipendio che li escludeva; stesso discorso per i pensionati, finora esentati dal pagamento di questo tributo, mentre il settore finanziario continua ad avere un trattamento di riguardo con imposte molto basse.
Lo stesso ministro del Tesoro Alberto Carrasquilla Barrera ha ammesso che il provvedimento colpirà per il 74% le famiglie e solo per il 26% le imprese. La legge viene presentata dal governo come un modo per aiutare gli strati più poveri della popolazione, per creare posti di lavoro e per incentivare l’accesso all’istruzione, ma sono molti anche tra gli economisti a temere che, per come è stata formulata, questa legge potrebbe avere effetti contrari.
Oltretutto le proteste stanno avvenendo in un momento in cui la pandemia sta colpendo duramente la Colombia con oltre 500 morti al giorno tanto che persino chi è contrario al progetto governativo, come la sindaca di Bogotà Claudia Lopez, ha invitato la gente a non manifestare per le strade per evitare di mettere ancora di più in difficoltà gli ospedali.
Per il momento gli appelli non sono serviti, anzi le proteste sono sempre di più e sempre più violente con i manifestanti che spesso hanno anche appiccato incendi e distrutto vetrine ed auto, tanto che il governo ha annunciato l’utilizzo dell’esercito per gravi motivi di ordine pubblico, ma la decisione è stata fortemente criticata perché il rischio è che la repressione violenta possa portare ad un numero maggiore di morti e ancora più malcontento.
La situazione più grave si riscontra a Cali, una città abituata alla violenza e proprio per questo solita a reagire anche in modo scomposto, tanto che i primi morti si sono registrati in questa città: dopo il ferimento di una settantina di agenti il governo ha disposto in queste ore l’invio di 3mila militari. A Bogotà, dobe gli agenti feriti sarebbero 78, la polizia ha caricato i manifestanti e ha promesso un premio per chi aiuterà ad individuare i responsabili dell sommosse. Da lunedì i morti per le proteste sarebbero complessivamente 14.
In un primo momento non sembrava che il governo avesse intenzione di modificare il progetto di legge, ma il precipitare della situazione, l’appoggio dei partiti di opposizione e dei sindacati ai manifestanti e il parere di molti economisti hanno spinto il presidente Ivan Duque Marquez a tenere venerdì scorso un discorso televisivo nel corso del quale ha promesso di cercare un accordo con tutti i partiti e con le varie organizzazioni sociali, per arrivare ad un testo finale condiviso in Parlamento tra le forze politiche di entrambi gli schieramenti.
Duque ha promesso che il progetto di legge originale verrà subito modificato eliminando l’IVA su beni e servizi fondamentali per le famiglie e sui servizi pubblici in generale, inoltre non verrà estesa l’imposta sul reddito, in sostanza chi non la pagava prima non la pagherà nemmeno dopo la riforma.
Sembrano due passi in avanti importanti ma che per il momento non hanno sopito le proteste.