Colombia. Il governo ha fatto dietro front sul cessate-il-fuoco raggiunto con i ribelli dell’ELN

di Alberto Galvi


Il governo colombiano ha fatto dietro front sull’annuncio di aver raggiunto un cessate-il-fuoco con i ribelli dell’ELN (Ejército de Liberación Nacional). Negli ultimi anni la violenza è aumentata in Colombia, soprattutto nelle parti del paese che si trovano al di fuori del controllo del governo e dove i gruppi armati sono coinvolti nel traffico di droga e in altre attività illecite.
Il presidente Gustavo Petro aveva dichiarato a Capodanno che era stata concordata una tregua temporanea con i cinque maggiori gruppi armati del paese, compreso l’ELN, dal 1 gennaio al 30 giugno. Il voltafaccia arriva mentre Petro continua a perseguire il suo piano di “pace totale”, cercando di porre fine a quasi sei decenni di conflitto armato che solo dal 1985 al 2018 ha ucciso almeno 450mila persone. I precedenti tentativi di negoziato con l’ELN non sono riusciti, anche a causa del dissenso all’interno delle sue file.
Il governo colombiano ha firmato un accordo di pace con le FARC-EP (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejercito del Pueblo) nel 2016, che ha visto il disarmo dei membri del gruppo ribelle di sinistra.  Alcuni ex membri delle FARC-EP hanno respinto l’accordo e hanno ripreso le armi insieme ad altri gruppi ribelli: Secunda Marquetalia, Estado Mayor Central, AGC (Autodefensas Gaitanistas de Colombia) noto come il Clan del Golfo, e ACSN (Autodifensas Conquistadoreres de la Sierra Nevada).
Lo scorso dicembre l’ENL ha concluso un primo round di colloqui di pace nel vicino Venezuela con il governo di Petro, in cui non è stato raggiunto un cessate-il-fuoco. Un altro giro di colloqui dovrebbe aver luogo in Messico, ma una data non è ancora stata fissata.