Colombia. Petro e Duque al ballottaggio

Notizie Geopolitiche

Il primo turno delle presidenziali della Colombia ha portato al testa a testa fra il candidato di sinistra radicale ed ex sindaco di Bogotà Gustavo Petro, sostenuto dal presidente uscente Juan Manuel Santos, ed il candidato del centrodestra
Ivan Duque, uomo dell’ex presidente Alvaro Uribe. Il primo ha ottenuto il 25,09 per cento delle preferenze, mentre il secondo ha conseguito il 39,11 per cento dei voti. Il ballottaggio che assegnerà la vittoria definitiva si terrà il 17 giugno, e sarà da vedere quali voti convergeranno su questo o quel candidato in quello che si preannuncia come un nuovo referendum sull’accordo di pace con le Farc, dal centrodestra ostacolato in tutti i modi ed oggi giudicato troppo indulgente nei confronti dei guerriglieri. Di certo peserà il voto dei 12 milioni di giovani tra i 18 e i 28 anni molti dei quali si sono mostrati favorevoli all’accordo realizzato da Santos ma contrastato da Alvaro Uribe. Duque infatti in campagna elettorale ha promesso di rivedere i termini dell’intesa con le Farc, che da “Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo” sono divenute “Fuerza autonoma revolucionaria del Común” ed oggi partecipano al Parlamento.

L’accordo di pace con le Farc ha messo fine a 57 anni di guerriglia: i combattenti di ispirazione marxista-leninista, avevano, come dicevano, lo scopo di proteggere gli interessi dei poveri e dei contadini che abitano l’entroterra colombiano contro le classi ricche e per opporsi all’ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni della Colombia, alla privatizzazione delle risorse naturali, alle multinazionali e alla violenza delle organizzazioni paramilitari. Le Farc, che controllavano quindi ampie parti del territorio dell’entroterra, si finanziavano con la produzione e alla vendita della coca, per quanto sussistano dubbi sulla gestione diretta del narcotraffico. Il conflitto è costato 200mila vittime, di cui l’80% civili.
I punti cardini dell’accordo prevedono la fine del conflitto, ma anche l’introduzione di una riforma agraria che si dovrebbe attuare nel rispetto della società e dell’ambiente, la partecipazione degli ex guerriglieri alla vita politica (cioè la possibilità di costituire un partito a tutti gli effetti) e lo stop alla produzione della droga, per cui verrà adottata una riconversione delle coltivazioni in prodotti agricoli.