Colombia. Petro sta formando il suo governo

di Paolo menchi

A poco più di un mese dalla prima vittoria di un candidato di sinistra alle elezioni, e a circa due settimane all’entrata in carica del nuovo governo (7 Agosto), il nuovo presidente colombiano, Gustavo Petro sta progressivamente annunciando i nomi dei ministri, muovendosi con un certo
equilibrismo per cercare di scacciare la diffidenza che lo circonda.
Pur essendo uno stimato economista, sul curriculum di Petro pesa il fatto di essere stato un guerrigliero, che fa storcere la bocca ai mercati, alle forze armate, a buona parte della stampa e a tutti i settori più conservatori del Paese.
Ma anche alcune linee guida del suo programma, come l’abbandono dell’uso del petrolio a favore delle fonti rinnovabili e l’aumento della tassazione per i redditi più alti per destinare le maggiori entrate a favore della parte più bisognosa della popolazione, troveranno molta resistenza sia in Parlamento che in buona parte dell’opinione pubblica e nei mercati.
Petro ha già dimostrato di saper governare una città grande e difficile come Bogotà perseguendo alcuni degli obiettivi indicati durante l’ultima campagna elettorale come la lotta alla corruzione e il rispetto delle minoranze e dei diritti umani, ma è anche vero che governare un’intera nazione, oltretutto uno dei paesi con più diversità etniche al mondo, è molto più complicato.
Petro sa che dovrà cercare le persone giuste come capacità, affidabilità dimostrata da precedenti incarichi e fiducia da parte del popolo, ma nello stesso tempo dovrà mantenere la promessa di formare un governo di totale cambiamento con il passato.
Cambiare senza spaventare, potrebbe essere uno slogan applicabile al nuovo presidente.
Con la nomina alla vicepresidenza di Francia Marquez, già avvenuta prima delle elezioni, Petro ha voluto dare subito un forte segnale di cambiamento e di profonda rottura con il passato, infatti una carica così importante è stata affidata per la prima volta ad una donna, perdipiù afroamericana, giovane e ambientalista.
La nomina dei ministri dei dicasteri da lui ritenuti più importanti per l’attività del nuovo governo: Difesa, Esteri e Agricoltura rappresenta invece una ricerca di un cambiamento equilibrato, grazie all’autorevolezza delle persone indicate che garantiscono il perseguimento degli obiettivi senza traumi.
Il nuovo ministro della Difesa sarà Iván Velásquez, 67 anni, un giurista ex componente della Corte suprema, già distintosi per la lotta contro la corruzione e contro la violazione dei diritti umani che in passato aveva condotto indagini per denunciare i collegamenti tra alcuni politici e i gruppi paramilitari.
Agli Esteri è stato nominato Álvaro Leyva, 79 anni, di provenienza dall’area di destra, con la quale era entrato in polemica quando aveva apertamente appoggiato le trattative con i gruppi armati.
Con la carica di ministro dell’Agricoltura Cecilia López, liberale, ex ministro e professoressa universitaria, dovrà attuare la riforma agraria cui Petro dà un’estrema importanza per lo sviluppo del Paese.
Sempre per mantenere fede alle promesse Petro, pur non indicando ancora i nomi, ha annunciato che saranno donne anche i ministri dell’Ambiente, della Cultura e della Salute.