Colombia. Ripresi in Messico i colloqui di pace tra il governo e l’ELN

di Alberto Galvi

I colloqui di pace tra il governo colombiano e l’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) sono ripresi a Città del Messico. Le parti hanno iniziato il secondo ciclo di questo tavolo di dialogo con un evento pubblico guidato dal ministro degli Esteri messicano Marcelo Ebrard e dai capi delegazione del governo colombiano e di quelli della guerriglia. Il presidente Gustavo Petro ha espresso ottimismo sulla ripresa dei negoziati, nonostante le tensioni tra Bogotà e l’ELN siano aumentate dall’ultimo round di colloqui conclusosi a dicembre a Caracas, in Venezuela.
Il governo colombiano è stato costretto a fare marcia indietro sull’annuncio di Capodanno di una tregua dopo che l’ELN aveva negato l’esistenza di un simile accordo, mentre i ribelli hanno affermato un più effimero cessate-il-fuoco. Al secondo round di colloqui nella capitale messicana gli esperti si sono chiesti in che modo l’apparente passo falso del governo influenzerà la prospettiva di porre fine a decenni di conflitto armato in Colombia, e quanto affidabile sarà un potenziale cessate-il-fuoco. Partecipano come garanti Cile, Venezuela e Norvegia, Messico e Brasile.
Il governo ha dichiarato questo mese di aver raggiunto un cessate-il-fuoco informale con quattro gruppi armati: Clan del Golfo, Segunda Marquetalia, Estado Mayor e Autodefensas Conquistadores de la Sierra Nevada. Ma in vista del nuovo round di colloqui tra Bogotà e l’ELN, che si ritiene conti da 3mila a 5mila membri, le recenti dichiarazioni riflettono le tensioni in corso tra le due parti. Non è chiaro quindi come funzioneranno nella pratica questi cessate-il-fuoco informali, tra il governo e l’ELN.
I quattro gruppi armati con cui il governo colombiano ha affermato di aver raggiunto una tregua informale hanno confermato in dichiarazioni pubbliche che è in atto un armistizio temporaneo, ma non sono stati firmati accordi. Alla base di queste tregue i gruppi armati hanno concordato di non combattere le forze di sicurezza colombiane, ma non hanno promesso di smettere di combattersi tra loro.