Colombia. Torna il conflitto armato con le Farc-Ep?

di Marco Fidel Medina Rodriguez

MEDELLIN. Nel 2016 il mondo ha assistito al processo di pace in Colombia, a testimonianza che è possibile credere nuovamente in una nazione migliore. Il mondo ha visto la Colombia con un occhio migliore, dopo tanti anni di guerra.
Tuttavia i partiti politici di destra e l’ignoranza di una parte del popolo dovuta alla mancanza di istruzione hanno portato ad ascoltare qualcuno che dicesse loro cosa votare senza una chiara autonomia, perché in Colombia non esiste una pedagogia sull’importanza del voto per la crescita democratica, bensì vi è una pedagogia basata sulla propaganda politica. Questo ha permesso ad un leader con una capacità economica di primo livello come Alvaro Uribe Velez, ex presidente della Colombia, di prendere voti non in quanto buon governatore, e quindi alla sua macchina politica di gestire un intero paese.
Attualmente il numero degli omicidi di leader sociali difensori dei diritti umani è cresciuto molto, circa 200 persone soprattutto uomini ma anche donne: si tratta di esponenti della lotta per la vita contro il meccanismo messo in piedi dall’estrema destra volto a dominare non solo gli interessi economici del paese, ma anche la terra di quelli che una volta erano i guerriglieri delle FARC – EP. In Colombia infatti c’è un alto numero di acquisti di terreni da parte di ricchi, ma si tratta di terre dei contadini acquisite attraverso un modo legale finalizzato a far diventare più ricchi i ricchi e i poveri più poveri. Tuttavia, riferendosi ad una parte della popolazione, non è possibile parlare di povertà solo in termini economici, bensì di povertà di pensiero, di una povertà dovuta alla mancanza di incontro e di confronto, per cui in molti preferiscono che siano gli altri a compiere le scelte per loro.
Ciò significa che gran parte del popolo colombiano è masochista, che gli piace un governo, come sempre di destra, che lo maltratta, e oggi lo sta facendo con l’aumento dell’Iva sul paniere della famiglia.
Le Farc-Ep sono ora in attesa di capire se l’attuale governo confermerà la pace sottoscritta con il Premio Nobel Juan Manuel Santos, il cui governo ha combattuto insieme a molti leader sociali per arrivare a tale scopo. Pace che oggi è in pericolo e che non può essere uno strumento politico in nessuna parte del mondo, altrimenti ogni volta che c’è un cambio di governo c’è chi la costruisce e chi la distrugge.
Il conflitto armato in Colombia non può tornare, molti colombiani vogliono che la pace sia giusta e che contribuisca a far crescere uno sviluppo sostenibile con la capacità di competere con altri paesi; non il contrario, con uomini d’affari provenienti da altri paesi con lo scopo di sfruttare le risorse naturali pagando la manodopera a poco prezzo per poi vendere i prodotti nei loro paesi a costi elevati, ed il cui scopo principale è il business e non il sociale.