Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa

Autori: Silvia Boltuc, Giuliano Bifolchi, Daniele Garofalo

Il libro “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa”, nato dal lavoro del team di SpecialEurasia e come risultato dei progetti Ukraine Crisis & Conflict e Monitoring Jihadist Propaganda & Terrorism, si pone come obiettivo quello di analizzare il rischio geopolitico derivante dalla propaganda jihadista e dalla presenza dei foreign fighters nel conflitto ucraino e le possibili ripercussioni per il continente europeo. 
Gli autori Silvia Boltuc, Managing Director di SpecialEurasia, Giuliano Bifolchi, dottore in Storia dei Paesi Islamici e Research Manager di SpecialEurasia, e Daniele Garofalo, analista specializzato in propaganda jihadista e terrorismo, nel libro si pongono l’obiettivo di analizzare il rischio geopolitico per l’Europa derivato dalla presenza di combattenti stranieri in territorio ucraino e dalla propaganda jihadista veicolata in diverse lingue (inglese, arabo, russo, ecc.) che etichetta lo scontro bellico tra Mosca e Kiev come una ‘opportunità’ per i foreign fighters di ottenere armamenti e addestramento, facendo leva sull’istituzione della ‘legione internazionale’ da parte del Governo ucraino, e così approdare sul suolo europeo.
Per dimostrare il reale interesse e pericolo derivante dalla propaganda jihadista nel testo vengono presentate fonti in lingua originale così come immagini tratte dai diversi canali mediatici dei gruppi terroristici.
Nell’introduzione e nel primo capitolo Silvia Boltuc analizza il contesto geopolitico del conflitto ucraino, espone la cronologia degli eventi che dal 2013 ad oggi hanno portato allo scontro militare russo-ucraino mentre nella conclusione finale valuta il potenziale rischio derivante dall’attuale crisi internazionale e dalla presenza di combattenti stranieri in Ucraina i quali, secondo le fonti del Cremlino, avrebbero superato le 6 mila unità.
Giuliano Bifolchi focalizza l’attenzione sulla connessione tra il conflitto ucraino e il Caucaso del Nord attraverso l’analisi della propaganda jihadista in lingua russa e lo studio dei gruppi armati ceceni operativi in Ucraina come il Battaglione Dzhokhar Dudayev e il Battaglione Shaykh Mansur.
Daniele Garofalo, invece, fornisce una panoramica degli argomenti utilizzati dallo Stato Islamico, al-Qa’ida e Hayat Tahrir al-Sham nei loro canali mediatici e di propaganda in cui il conflitto ucraino viene presentato come una opportunità per favorire la distruzione della Russia e dell’Europa stesse e un teatro bellico dove i combattenti del gruppo possono reperire armi e ottenere esperienza militare.

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