Corea del Nord. Ro Yong-ho, ‘Trump ha dichiarato guerra al nostro paese’

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Parole forti quelle del rappresentante nordcoreano all’Assemblea generale dell’Onu, il ministro degli Esteri Ro Yong-ho: minacciando l’abbattimento degli aerei nel momento in cui dovessero volare vicino al confine, il ministro ha affermato che il presidente Usa Donald Trump “ha dichiarato guerra al nostro paese” dopo che il Pentagono ha deciso l’invio di bombardieri B-1B Lancers in Corea del Sud da far volare al limite dello spazio aereo “per dimostrare che il presidente Usa ha molte opzioni militari per sconfiggere ogni minaccia”.
Ro Yong-ho ha fatto l’affermazione alla stampa nell’hotel dov’è ospite a New York, ma anche nel suo intervento in Assemblea di due giorni fa non c’era andato troppo per il sottile ed aveva detto che “Anche Trump è in missione suicida. Se dovesse succedere qualcosa al nostro popolo le conseguenze saranno oltre ogni aspettativa” ed aveva definito il capo della Casa Bianca “mentalmente disturbato”, “un megalomane”.
D’altronde Trump, che all’Onu era intervenuto prima di Ro Yong-ho, aveva definito il leader nordcoreano Kim Jong-un “Rocket man” (“l’uomo missile”), ed aveva avvertito che “è in missione suicida per se stesso e per il suo regime, deve comprendere che è arrivato il momento di fermarsi”. “Se attaccati – aveva aggiunto – gli Stati Uniti sono pronti a distruggere la Corea del Nord, ma forse questo non sarà necessario, a questo servono le Nazioni Unite”.
Difficile dire se l’escalation porterà o meno ad un conflitto. La cosa certa è che nel clima di nervosismo cresce la paura, ed ogni incidente potrebbe portare a conseguenze imprevedibili.
Il regime di Pyongyang sta evidentemente alzando la posta per arrivare ad un tavolo delle trattative con una posizione forte, mentre gli Usa stanno facendo affari d’oro con la vendita di armi ai paesi dell’area.
La storia tuttavia ci insegna che basta davvero poco perché in quella parte di mondo la situazione si infiammi, ed è da tenere presente che la Corea del Nord e quella del Sud non hanno mai sottoscritto la pace fin dalla guerra degli Anni ’50, per cui sono ufficialmente due nazioni ancora in guerra.
Di certo non giovano alla ricerca della pace le continue esercitazioni militari su larga scala che Washington promuove un paio di volte all’anno in Corea del Sud, come neppure gli armamenti e i 33mila militari statunitensi lì stanziati.
Da segnalare poi che oggi il portavoce del ministero degli Esteri di iraniano, Bahram Ghasemi, ha risposto a un tweet di Trump con il quale la Repubblica Islamica veniva accusata “di lavorare con la Corea del Nord” nella costruzione dei missili: “è un’affermazione insensata”, ha detto Ghasemi.