Corea del Nord. Scaduta la moratoria. Kim, ’presto una nuova arma strategica’

Lo scoglio è sempre lo stesso: Trump vorrebbe che a cedere sulla denuclearizzazione fossero solo i nordcoreani.

di Enrico Oliari

E’ scaduto il 31 dicembre l’anno di moratoria che il regime di Pyongyang si era dato, anche grazie alla mediazione di Cina e Svezia, sui test atomici per non indebolire i tentativi di giungere a un compromesso con gli Usa e magari alla riappacificazione formale con la Corea del Sud.
Denunciando che “Non c’è motivo per noi di sentirci unilateralmente legati agli impegni” e che “gli Stati Uniti formulano richieste contrarie agli interessi fondamentali del nostro Stato, con un atteggiamento da gangster”, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha affermato che “il mondo sperimenterà una nuova arma strategica di cui disporremo fra poco”.
Il presidente Usa Donald Trump ha affermato dalla sua residenza di Mar-a-Lago che “A Singapore abbiamo sottoscritto un contratto che parla di denuclearizzazione. Era la frase numero uno, ritengo che Kim sia un uomo di parola”, ma il nodo sul quale il capo della Casa Bianca sorvola è sempre lo stesso: lui vorrebbe la denuclearizzazione della sola Corea del Nord, mentre per Kim lo stop alle armi atomiche deve interessare l’intera penisola coreana, anche perché gli Usa hanno in Corea del Sud 33mila militari nonché armi di ogni genere.
Il segretario di Stato Usa, Micke Pompeo, ha spiegato che “Vogliamo continuare a lasciare aperta la possibilità che il leader del Nord faccia la scelta migliore, sia per se stesso che per il suo popolo”, aggiungendo che “se ha rinnegato i suoi impegni con Trump è profondamente deludente”.
L’immobilismo degli Usa rischia di spegnere il sogno del presidente sudcoreano Moon Jae-in, il quale ha ravvisato nei giorni scorsi che “finché i colloqui e le comunicazioni tra il Nord e gli Usa non diventano più attivi, noi non possiamo far altro che lavorare per mediare tra loro”, ma che la questione del nucleare dipende esclusivamente da Washington. Va ricordato non solo che la Corea del Sud si troverebbe di nuovo test nucleari sotto casa, ma anche che la Corea del Nord e la Corea del Sud sono ancora ufficialmente in guerra in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953, ed allora era stato sottoscritto semplicemente un armistizio tra le forze Onu a guida Usa (in rappresentanza della Corea del Sud), la Cina e la Corea del Nord.
Dopo diversi test missilistici di potenza più propagandistica che distruttiva, la Corea del Nord potrebbe così tornare a mostrare i muscoli, per quanto la deflagrazione di un ordigno da 100 chilotoni (5 volte più della bomba Usa su Nagasaki del 1945) il 3 settembre 2017 ha dimostrato la grave imperizia del regime, tanto che è crollata una delle gallerie del poligono di Punggye-ri seppellendo numerosi tecnici e militari (si stima intorno ai 200). Il sito è stato demolito nel maggio 2018, ma si è parlato della perdita di radiazioni in atmosfera.
La Corea del Nord ha lanciato negli anni numerosi missili in grado di portare testate nucleari, caduti perlopiù nel Mar del Giappone, ma sono sei i test nucleari effettivamente portati a termine, puntualmente seguiti da risoluzioni di condanna del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite:
– 9 ottobre 2006: sotto la presidenza di Kim Jong-il, padre dell’attuale leader Kim Jong-un, c’è il primo test che genera un’esplosione pari a un chilotone, equivalente di mille tonnellate di tritolo.
– 25 maggio 2009, test da 2 chilotoni;
– 12 febbraio del 2013, primo test dell’era Kim Jong-un: ha generato un sisma di potenza pari a 5,1 gradi della scala Richter;
– 6 gennaio del 2016, sempre dal sito di Punggye-ri viene testata una bomba che provoca un sisma di pari a 5,1 gradi della scala Richter. Le autorità di Pyongyang riportano del test di una bomba all’idrogeno, ma la comunità scientifica nucleare ritiene essersi trattato di una bomba a fissione nucleare;
– 9 settembre del 2016, in occasione del 68/mo anniversario della fondazione dello Stato viene operato il quinto test da 10 chilotoni;
– 3 settembre 2017, viene fatta esplodere una bomba a fusione, ma per la propaganda del regime si è trattato di una bomba all’idrogeno: si ipotizza comunque una potenza di 100 chilotoni (5 volte più della bomba Usa su Nagasaki del 1945), tuttavia durante il test crolla una delle gallerie del poligono di Punggye-ri seppellendo numerosi tecnici e militari (si stima intorno ai 200). Il sito è stato demolito nel maggio 2018, ma si è parlato della perdita di radiazioni in atmosfera.