Corea del Nord. Trump e Kim verso il Vietnam

di Francesco Cirillo

Il secondo summit tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente statunitense Donald Trump si svolgerà in Vietnam tra il 27 e il 28 febbraio. Esso rappresenta il percorso iniziato con il vertice di Singapore del giugno 2018, ma oggi alcuni analisti si chiedono il perché la scelta sia ricaduta sul paese asiatico che fa parte in modo tragico del panorama storico americano.
Le ragioni sono tuttavia diverse ed in alcune di queste si nascondono motivazioni politiche e di logistica.
Per Douglas Paal, della Carnegie Endowment for International Peace, la scelta di un paese neutrale è stata sempre tra le prime opzioni prese in considerazione, mentre altri vedono il summit di febbraio come l’unica sponda per il presidente Trump di sfruttare l’evento internazionale in chiave di politica interna dopo lo shutdown; infine secondo Kyle Ferrier la scelta vietnamita è stata fatta per motivi logistici e simbolici.
Il lavoro per il summit è stato avviato a fine ottobre dopo la visita del rappresentante speciale Usa per la Corea del Nord Steve Biegun e del segretario di Stato Mike Pompeo, i quali si recarono nella capitale nordcoreana negli ultimi mesi del 2018.
Nonostante sia stato lo stesso commander in chief ad annunciare, durante il discorso sullo Stato dell’Unione del 5 febbraio scorso il Vietnam come prossimo luogo in cui si svolgerà il summit, la sede fisica non è ancora stata rivelata.
Il summit dovrà affrontare il processo che dovrebbe portare alla denuclearizzazione e ad una possibile moderazione delle sanzioni Onu. Per gli esperti potrebbe portare novità anche per quanto riguarda una possibile ispezione di osservatori dei siti missilistici dove si ritiene che il regime di Pyongyang effettui i suoi test, come pure dei siti nucleari nordcoreani.
Ma si prospettano anche sentimenti di scetticismo sulle possibilità che l’amministrazione Trump riesca a portare a compimento le aspirazioni della Corea del Nord, ed in molti ipotizzano che il regime nordcoreano non abbia intenzione di terminare definitivamente il suo programma atomico.
Il summit tuttavia è un punto importante per Washington, visto che vuole vedere reali progressi da parte dei nordcoreani, necessari per ottenere concessioni dagli Stati Uniti.