di Giuseppe Gagliano –
Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ha incontrato il ministro degli Esteri sudcoreano Cho Tae-yul per ribadire la volontà di Washington di mantenere un’alleanza stabile con Seul, indipendentemente dai cambiamenti politici nei due Paesi. Durante l’incontro, tenutosi in Germania il 14 febbraio, i due leader hanno affrontato temi cruciali come la denuclearizzazione della Corea del Nord, la crescente cooperazione militare tra Mosca e Pyongyang e le nuove opportunità nel settore energetico e tecnologico
Tra le aree di cooperazione in discussione figurano energia nucleare, cantieristica navale e gas naturale liquefatto (GNL). Tuttavia a complicare il quadro ci sono le nuove tariffe statunitensi del 25% su acciaio e alluminio, che rischiano di colpire duramente l’industria sudcoreana.
L’11 febbraio, il presidente ad interim della Corea del Sud, Choi Sang-mok, ha annunciato l’avvio di colloqui diretti con l’amministrazione Trump per rivedere le nuove tariffe, che penalizzano le aziende sudcoreane. Parallelamente una delegazione di 20 amministratori delegati dei principali conglomerati industriali volerà negli Stati Uniti per negoziare direttamente con Washington.
Nel frattempo Seul sta lavorando a una strategia congiunta con Giappone e Unione Europea, valutando eventuali contromisure. Secondo il ministro del Commercio, Cheong In-kyo, se i dazi entreranno in vigore a marzo, potrebbero portare a una contrazione della domanda di acciaio negli USA, riducendo i margini di profitto degli esportatori sudcoreani.
Il settore siderurgico ha già subito i primi contraccolpi: POSCO Holdings ha perso lo 0,8% in Borsa per il secondo giorno consecutivo, Dongkuk Steel Mill è scesa dello 0,9%, raggiungendo il minimo degli ultimi tre mesi. L’unico dato positivo è stato l’indice KOSPI, che ha registrato un rialzo dello 0,7%, segno che i mercati sudcoreani restano resilienti nonostante le tensioni.
Donald Trump ha già fatto sapere che non ci saranno esenzioni. Il 10 febbraio il presidente Usa ha ribadito che le nuove tariffe saranno applicate “senza eccezioni o compromessi”, suscitando allarme tra i partner commerciali di Washington.
Ma la Corea del Sud spera in un precedente: nel 2018, durante il primo mandato di Trump, Seul riuscì a negoziare un’esenzione permanente sui dazi, limitando le esportazioni di acciaio agli Usa al 70% della media 2015-2017. Gli analisti di Citi ritengono che un accordo simile potrebbe essere ancora possibile, anche se le attuali previsioni indicano che i nuovi dazi potrebbero ridurre il PIL sudcoreano fino allo 0,22%.
Mentre le tensioni commerciali si fanno sentire, Washington e Seul restano impegnate a rafforzare la loro alleanza strategica. Il focus sulla sicurezza nell’Indo-Pacifico e la comune preoccupazione per la Corea del Nord sono elementi chiave per mantenere un asse solido tra i due Paesi.
Resta da vedere se Seul riuscirà a convincere Trump a riconsiderare le tariffe o se sarà costretta a diversificare il proprio mercato di esportazione per proteggere il settore siderurgico. Una partita delicata, che potrebbe ridefinire gli equilibri economici tra i due alleati.