Coronavirus. L’America Latina è il nuovo centro della pandemia tra Brasile, Perù, Cile e Messico

di Alberto Galvi

Il nuovo epicentro della pandemia globale da Covid-19 ormai è l’America Latina, con delle ripercussioni che potrebbero essere anche più gravi di quelle che si sono avute in Europa. Secondo le previsioni delle Nazioni Unite almeno 14 milioni di persone in questa regione potrebbero soffrire la fame nei prossimi mesi per le conseguenze della pandemia. Una delle principali motivazioni di ciò è sicuramente quella della perdita di posti di lavoro che mette in crisi l’economia, spesso già fragile, di questi paesi.
Il Brasile è il paese della regione più colpito dal coronavirus. Secondo i dati diffusi dal governo, il tasso di disoccupazione è aumentato dall’11,2% al 12,6% nel primo trimestre rispetto ai 3 mesi precedenti, ossia 898.000 persone sono rimaste senza lavoro, raggiungendo i 12,8 milioni di disoccupati. il Brasile rimane il secondo paese a livello globale più colpito dopo gli Stati Uniti. Il bilancio totale delle vittime, secondo le stime, potrebbe salire a 125.000 all’inizio di agosto.
In America Latina un altro paese fortemente colpito dal Covid-19 è il Perù. Sebbene il paese andino, con 6.000 contagi, sia la seconda nazione con il maggior numero di casi nella regione dopo il Brasile, il dissenso nei confronti delle autorità che hanno costretto la popolazione a più di 73 giorni di quarantena ha portato migliaia di persone a scendere nelle strade, aggravando la situazione.
In Perù le autorità ribadiscono l’importanza dell’uso delle mascherine, del distanziamento sociale e dell’igiene personale, in quanto l’80% delle persone infette sarebbe asintomatico. Il governo ha prolungato fino al 30 giugno la quarantena, ma questa è stata ignorata da migliaia di persone. Molti cittadini sono tornati al lavoro già il 25 maggio scorso, poiché le autorità hanno permesso il riavvio di varie attività produttive.
Anche in Cile la situazione desta preoccupazione. Nel paese sudamericano il sistema sanitario è al collasso con i pazienti che non sono in grado di pagare gli alti costi delle cure mediche. Quest’anno, prima della pandemia di coronavirus, si prevedeva che il 9,8% della popolazione cilena versasse in condizioni di povertà, ora si prevede che questo tasso raggiunga il 13,7%. Il Cile sta affrontando un costante aumento dei contagi ma fino ad ora non ha superato il migliaio di decessi.
Anche in Messico le cifre della pandemia continuano a salire, il paese sta pianificando di riaprire gradualmente le sue attività sociali ed economiche e le autorità sanitarie hanno annunciato che a giugno si conosceranno le prossime misure che il governo ha intenzione di applicare per tornare a una relativa normalità. Il Messico è tra i primi 10 paesi al mondo per numero di decessi da Covid-19, pur restando sotto la soglia delle 10.000 vittime.
Le misure di distanziamento sociale che si sono dimostrate tanto efficaci nei paesi europei, in America Latina sembrano non dare gli stessi risultati a causa del sovraffollamento di vaste aree, delle molte persone che non hanno una casa, un lavoro fisso, e un adeguato accesso all’acqua per l’igiene personale.