Costa Rica. Il governo riapre i colloqui con il Fmi

di Alberto Galvi –

Il governo costaricano ha iniziato i colloqui con il Fondo monetario internazionale (Fmi) per affrontare una crisi del debito di quasi 40 miliardi di dollari che minaccia di riaccendere le proteste contro l’austerità in tutta la nazione centroamericana.
L’anno scorso il governo guidato dal presidente Carlos Alvarado Quesada aveva preparato un accordo con Il Fmi, ma i termini erano saltati dopo che migliaia di persone avevano manifestato per settimane, marciando e bloccando le strade per protestare contro le riforme fiscali proposte e i tagli alla spesa.
La questione della crisi del debito del Costa Rica si accentua da decenni. La spesa supera di gran lunga il reddito del Paese e poco è stato fatto per affrontare prima dell’attuale amministrazione del presidente Quesada del partito PAC (Partido Acción Ciudadana), che è entrato in carica nel 2018.
A pochi mesi dal suo insediamento, il presidente costaricano ha dovuto affrontare violente proteste contro il tentativo di affrontare la crisi del debito. I sindacati del settore pubblico hanno paralizzato il Paese con un massiccio sciopero nazionale contro un disegno di legge di riforma fiscale.
Il Costa Rica ha ricevuto i primi elogi internazionali per aver tenuto sotto controllo anche se per poco tempo la diffusione del nuovo coronavirus.
Il Paese di circa cinque milioni di persone ora ha più di 180mila casi confermati di Covid-19, mentre il sistema sanitario pubblico è efficiente e il tasso di mortalità del Covid-19 è rimasto basso.
Dal punto di vista economico però il Costa Rica è poco attrezzato per affrontare la crisi provocata dal Covid-19, nonostante la recessione indotta dalla pandemia abbia inasprito la disuguaglianza, la povertà e la disoccupazione nel Paese.
Nel settembre 2020 per compensare l’impatto economico della pandemia, il governo ha annunciato i termini dei negoziati con Il Fmi per un pacchetto di prestiti da 1,75 miliardi di dollari.
Le misure avrebbero incluso il congelamento dei salari nel settore pubblico, la riforma fiscale e la vendita di alcuni beni statali.
L’accordo ha provocato mesi di proteste e blocchi da parte dei proprietari di piccole imprese che si oppongono completamente alla tassazione, mentre le parti sociali chiedono una riforma fiscale progressiva e l’eliminazione delle esenzioni aziendali invece dei tagli alla spesa sociale.
Le proteste sono continuate anche dopo che il governo costaricano ha ritirato all’inizio di ottobre i suoi piani per le misure di austerità legate al Fmi.
Il Congresso costaricano ha approvato il bilancio statale 2021 per circa 19 miliardi di dollari, dopo aver applicato un taglio dell’1,4 percento, ed i deputati hanno convenuto di tagliare circa 270 milioni di dollari dal budget originale presentato dall’esecutivo.
Le elezioni presidenziali e legislative del Costa Rica si terranno nel febbraio 2022 e mentre la campagna elettorale ufficiale è ancora lontana, è già iniziata quella ufficiosa. Durante la ripresa economica del Paese è previsto che nel triennio 2021 – 2023 vi sarà gradualmente una più oculata riscossione delle tasse che dovrebbe portare alla riduzione del deficit.