Costa Rica. Rodrigo Chaves è il nuovo presidente del paese

di Alberto Galvi

Il ballottaggio delle presidenziali in Costa Rica ha visto l’ex ministro delle Finanze costaricano Rodrigo Chaves battere l’ex presidente José Maria Figueres Olsen. Al primo turno Chaves era arrivato secondo, mentre Figueres era arrivato primo.
Rispetto ad altri paesi dell’America Latina il Costa Rica negli ultimi anni ha goduto di una relativa stabilità politica, mentre questa campagna elettorale è stata caratterizzata dagli scandali di corruzione pubblica e dal problema dell’elevata disoccupazione, fattori che hanno portato la popolazione ad un’elevata astensione al voto.
Il candidato del Partito di Liberazione Nazionale José María Figueres Olsen, che ha guidato il Costa Rica dal 1994 al 1998, ha riconosciuto la sconfitta: è il figlio del tre volte presidente José María Figueres Ferrer: 1948-49, 1953-58 e 1970-77. Nonostante le accuse di corruzione riservate alla sua parte politica, Figueres Olsen non è mai stato accusato di alcun crimine e ha negato qualsiasi illecito.
Chaves rappresenta il Partito del Progresso Socialdemocratico ed è stato ministro delle Finanze del Costa Rica durante l’attuale governo di Carlos Alvarado per un periodo di sei mesi, dopodiché Alvarado gli ha chiesto di dimettersi nel maggio 2020 per incompatibilità di idee.
Al primo turno delle elezioni il partito di Alvarado non ha ottenuto seggi nel Congresso. La campagna elettorale di Chaves è stata travagliata a causa degli scandali di corruzione e di abusi sessuali in cui è stato coinvolto.
In questa elezione è stato votato anche il vicepresidente del paese, la nota giornalista Pilar Cisneros, e se Chaves non l’avesse avuta al suo fianco, non avrebbe ottenuto il sostegno necessario per candidarsi alla presidenza. Rodrigo Chaves entrerà in carica a maggio.
Con il Congresso appena eletto non sarà facile per il neo presidente effettuare le riforme promesse durante la campagna elettorale in quanto il suo partito ha ottenuto solo 10 deputati; avrà quindi bisogno del consenso di altre forze politiche. I partiti al Congresso sono: Progresso Socialdemocratico 10 deputati, Fronte Ampio 6 deputati, Liberazione Nazionale 19 deputati, Unità Cristiano Sociale 9 deputati, Nuova Repubblica 7 deputati e Progressista Liberale 6 deputati.