Cuba. Il periodo di transizione finisce con l’approvazione della nuova Costituzione

di Alberto Galvi

Con la vittoria del “sì” al referendum cubano sull’approvazione del nuovo testo costituzionale si chiude definitivamente il periodo di transizione politica che l’isola caraibica ha vissuto da quando il leader maximo Fidel Castro ha ceduto le sue cariche al fratello Raúl.
La dittatura castrista a Cuba è iniziata nel 1959 con la sconfitta del regime di Fulgencio Batista grazie alla cosiddetta rivoluzione cubana. Fidel Castro cedette il potere a suo fratello Raúl. Nel 2008 con una dichiarazione trasmessa dalla televisione cubana, Raúl Castro ha riferito della morte di suo fratello Fidel. Con il ripristino dei rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba, Raúl Castro ha scritto uno dei più importanti capitoli della storia cubana sostenuto dal suo omologo statunitense Barack Obama nel dicembre del 2014.
Fin dall’inizio della sua amministrazione Raúl Castro annunciò che non intendeva rimanere al potere per più di due mandati, e così ha ceduto il suo incarico a Miguel Díaz-Canel. L’ultima fase dell’era castrista è stata segnata dall’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump. Il nuovo esecutivo statunitense nel novembre del 2018 ha rafforzato il blocco contro Cuba e ha invertito i progressi compiuti nella normalizzazione delle relazioni tra i due paesi, iniziati nel 2015 dal presidente Obama. In quell’occasione c’era stata l’apertura delle ambasciate a Washington, DC e all’Avana.
Il nuovo presidente cubano Miguel Díaz-Canel è stato eletto il 19 aprile del 2018 dopo un lungo percorso elettorale iniziato il 26 novembre 2017, quando i cubani hanno eletto i delegati delle Assemblee comunali. Una volta eletti i rappresentanti municipali, sono stati eletti i membri delle assemblee provinciali, e i 605 membri dell’Assemblea nazionale. Da questi 605 deputati poi sono stati eletti i 31 membri del Consiglio di Stato, che eleggono durante la loro prima riunione le principali cariche del paese che sono: il presidente del Consiglio di Stato, il primo vice presidente e altri cinque vice presidenti.
Nei primi mesi il lavoro del nuovo governo è stato frenetico, avendo avuto tre o quattro riunioni ministeriali alla settimana. Il neo presidente ha visitato tutte le province dell’isola andando a ispezionare industrie, scuole, edifici pubblici, ospedali e cantieri. La sua autonomia decisionale però non è piena, in quanto si fa consigliare da Raúl Castro sulle decisioni più importanti. La prima legge approvata dal presidente del Consiglio dei ministri ha riguardato l’aumento delle pensioni. Gli altri problemi irrisolti dell’isola sono dovuti all’embargo statunitense come la carenza di cibo, i bassi salari, la scarsità di case popolari, la mancanza d’acqua, la pessima qualità dell’istruzione e della sanità pubblica.
La stesura di un nuovo testo costituzionale è il compito principale che Raúl Castro ha lasciato in eredità al suo successore. La riforma è stata discussa per più di un anno e ha generato aspettative, con un acceso dibattito che ha coinvolto tutti i settori della società civile. Il 24 febbraio scorso il governo di Miguel Diaz-Canel mediante referendum ha proposto di cambiare la costituzione cubana, in vigore dal 1976. Secondo i dati del governo, più di 7,5 milioni di elettori hanno partecipato al referendum, di cui l’86,85% ha votato “SI”, il 9% ha votato “no” e il 4,15% ha votato scheda bianca.
La nuova Costituzione avrà 229 articoli. Le principali modifiche riguardano il riconoscimento della proprietà privata, la promozione degli investimenti esteri, il limite dei due mandati consecutivi e la presunzione di innocenza. Su temi etici le novità riguardano il divieto di discriminazione su base sessuale e sull’identità di genere, mentre lascia da definire in un referendum separato la proposta di legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. I principali poteri istituzionali inseriti nella Costituzione sono: il presidente del Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio di Stato, che a sua volta, dirige l’Assemblea nazionale, e assume la carica di primo segretario del PCC (Partido Comunista de Cuba). Cuba è ancora una Repubblica Popolare a partito unico e quindi senza nessuna norma sulla elezione diretta delle principali cariche politiche.
Il passaggio di potere del nuovo presidente dell’isola caraibica, Miguel Diaz-Canel non ha ancora portato significativi miglioramenti alla vita dei cubani. Il nuovo presidente è da quasi un anno incarica, ma non ha il pieno controllo sulle forze armate delle FAR (Fuerzas Armadas Revolucionarias), le quali rispondono agli ordini di Raúl Castro. Un altro membro della famiglia Castro che ha ancora un grosso potere sull’isola è il generale Luis Alberto Rodríguez López-Callejas, ex marito di una delle figlie di Raúl Castro, Débora.
L’ex genero di Raúl Castro è presidente della holding GAESA (Grupo de Administración Empresarial, SA), l’emporio militare del MINFAR (Ministerio de las Fuerzas Armadas Revolucionarias). Conoscendo l’importanza di GAESA per il mantenimento del potere a Cuba, il presidente Donald Trump lo scorso anno aveva posto il veto ai cittadini statunitensi di compiere qualsiasi tipo di transazione commerciale con le imprese di quella holding per evitare di finanziare le forze armate cubane.
Attraverso GAESA i militari e la famiglia Castro controllano il 70% delle attività economiche dell’isola che vanno dal settore turistico a quello militare comprese altre svariate attività. In questo modo Rodríguez López-Callejas e alcuni membri del Consiglio di Stato come i vicepresidenti Ramiro Valdés Menéndez e Gladys María Bejerano Portela, monitorano le scelte dell’attuale presidente per conto della famiglia Castro e degli apparati militari che non vogliono perdere il loro potere sull’economia dell’isola.