Dati sull’Occupazione Usa rinforzano le speculazioni sui tassi d’interesse

di DailyForex.com

Federal reserveA maggio la percentuale di americani in cerca di un impego è salita leggermente, dal 5,4 al 5,5%, tuttavia, secondo il Dipartimento del Lavoro nello stesso mese sono stati creati 280mila posti di lavoro, e l’accresciuto tasso di disoccupazione è stato attribuito al maggior numero di persone attivamente alla ricerca di un impiego e attualmente registrate come disoccupate, ritenendo realistica la prospettiva di trovarlo. Tutta questa gente non figurava fra la schiera dei “disoccupati”, in quanto non era attivamente alla ricerca di lavoro; ora che invece lo è, ne è entrata a far parte di dovere.
La crescita dell’occupazione a maggio è stata la più alta vista quest’anno, e dà sostegno all’idea che l’economia statunitense tornerà a crescere nel secondo trimestre a seguito della contrazione a sorpresa dello 0,7% nel primo trimestre, attribuita ampiamente al rigido inverno e al calo delle esportazioni dovuto ad uno sciopero portuale. A maggio anche i salari sono inaspettatamente saliti, registrando un aumento dello 0,3% rispetto ai livelli di aprile, portando la retribuzione oraria media a 24,96$ (circa 52.000$ l’anno).
Dopo la revisione dei dati sulla creazione di posti di lavoro per i mesi di marzo ed aprile, l’economia americana ha visto la creazione di una media di 207mila posti di lavoro al mese. I nuovi impieghi spaziano all’interno di una vasta gamma di attività che comprendono professionisti, servizi alle imprese, sanità, il settore alberghiero e quello dell’industria e dell’intrattenimento.
I dati hanno ravvivato le speculazioni secondo le quali la Federal Reserve potrebbe agire ed aumentare i tassi d’interesse. La maggior parte degli analisti ritiene che se così fosse, si parlerebbe del meeting di settembre, piuttosto che di quello di giugno. Il Fmi ha chiesto pubblicamente alla Fed di astenersi dall’innalzare i tassi fino al prossimo anno, aspettando d’avere “segni più tangibili di un’inflazione dei salari o dei prezzi”. Secondo il Fmi “Un rinvio dell’aumento dei tassi costituirebbe una preziosa garanzia contro il rischio di disinflazione, di un’inversione di rotta della linea politica e dunque di un ritorno ad una politica a tassi zero”. Al momento la Fed non sembra essere sotto pressione per un aumento dei tassi dal punto di vista dell’inflazione dei salari o dei prezzi, tuttavia un aumento segnerebbe finalmente la ripresa dalla crisi finanziaria globale, con il graduale ritorno dei tassi d’interesse ai loro livelli tradizionali.

A cura di DailyForex.com