di Guido Keller –
La batosta dei dazi di Donald Trump ha affondato i mercati, e non sono bastate le parole di JD Vance, il quale sulla Foxha affermato che “ci vorrà del tempo per vedere gli effetti, ma è finita la via globalista di Biden”, a calmare i mercati. A Wall Street sono stati bruciati 2mila miliardi di dollari in un giorno, con il Nasdaq dato al -5,5%. Giù anche il petrolio, con il Wti che ha perso il 7,6% (ora a 66,25 dollari al barile) e il Brent il 7% (69,67 dollari al barile).
La politica della Casa Bianca si è riversata nel “giorno della liberazione” su tutti i paesi del globo, Europa compresa: il 20% di sovrattassa sulle merci in arrivo dall’Unione Europea, che però applica dazi su quelle che provengono dagli Usa del il 39%; la Cina vedrà le proprie merci esportate negli Usa tassate del 39% (54% se si considera che vi è già una sovrattassa del 15%), ma già oggi quelle che dagli usa vanno in Cina vengono rincarate del 67%. Il principio adorato da Trump è semplice, ovvero tassare della metà le merci in entrata rispetto a quanto adottato dal paese in cui vanno le esportazioni Usa, per cui ad esempio il Vietnam si vedrà imporre dazi sulle merci spedite negli Usa del 46%, in quanto applica sulle merci provenienti dagli Usa una sovrattassa del 90%. I paesi che tassano le merci Usa del 10% hanno per le esportazioni negli Usa della medesima cifra. Unica curiosa eccezione l’Afghanistan: i dazi per le merci spedite negli Usa (in realtà circa 20 milioni di dollari l’anno) sono tassate del 10%, ma il paese dei talebani applica sulle merci Usa dazi del 49%. Escluse dai dazi la Russia, ufficialmente per la quantità minima di beni esportati negli Usa (circa la stessa dell’Ucraina), la Corea del Nord e Cuba.
La Commissione europea ha tuttavia definito “distorti” i dati di Trump, in quanto “la media dei dazi effettivamente applicati agli Usa è dell’1,4%, mentre quelli degli Usa all’Ue sono l’1,2%”, per cui a giorni verrà presentata agli Stati membri dell’Ue una proposta di contro sanzioni, che tuttavia rischierebbero di innescare un incremento da parte Usa in base al meccanismo adottato da Trump.
Una guerra commerciale alle porte quindi, che potrebbe sfociare in una crisi finanziaria mondiale. Le cancellerie europee sono in fibrillazione, il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto agli imprenditori dei settori colpiti dai dazi a “sospendere gli investimenti negli Stati Uniti” fino a che verrà chiarita la situazione. Sono 422 i miliardi di euro persi oggi dalle borse europee, il Ftse Mib è andato giù del 3,59%, il premier Giorgia Meloni, che ha parlato di “situazione difficile ma non catastrofica”, ha annunciato di voler chiedere la revisione del patto di stabilità, il ministro del Commercio Adolfo Urso vorrebbe “l’immediata sospensione regole Green Deal”. L’Italia ha esportato negli Usa nel 2024 beni per 74 miliardi di euro, in particolare macchinari utensili, prodotti di lusso e dell’agroalimentare (questo circa 8 miliardi di euro), che certamente verranno penalizzati. Gli imprenditori potrebbero essere quindi portati a cercare nuovi mercati, specialmente nei paesi emergenti come la Cina.
Non tutti però vedono i dazi introdotti da Trump come una notizia cattiva. Infatti diversi paesi, specialmente dell’America Latina, vedono la possibilità di entrare in mercati europei prima in mano agli Usa, come ad esempio il Brasile con l’esportazione della soia.
Dazi per le merci in entrata negli Usa:
Afghanistan: 10%
Albania: 10%
Algeria: 30%
Andorra: 10%
Angola: 32%
Anguilla: 10%
Antigua e Barbuda: 10%
Argentina: 10%
Armenia: 10%
Aruba: 10%
Australia: 10%
Azerbaigian: 10%
Bahamas: 10%
Bahrein: 10%
Bangladesh: 37%
Barbados: 10%
Belize: 10%
Benin: 10%
Bermuda: 10%
Bhutan: 10%
Bolivia: 10%
Bosnia ed Erzegovina: 35%
Botswana: 37%
Brasile: 10%
Brunei: 24%
Burundi: 10%
Cambogia: 49%
Camerun: 11%
Capo Verde: 10%
Ciad: 13%
Cile: 10%
Cina: 34%
Colombia: 10%
Comore: 10%
Corea del Sud: 25%
Costa d’Avorio: 21%
Costa Rica: 10%
Curaçao: 10%
Dominica: 10%
Ecuador: 10%
Egitto: 10%
El Salvador: 10%
Emirati Arabi Uniti: 10%
Eritrea: 10%
Eswatini: 10%
Etiopia: 10%
Filippine: 17%
Fiji: 32%
Gabon: 10%
Gambia: 10%
Ghana: 10%
Georgia: 10%
Giappone: 24%
Gibilterra: 10%
Gibuti: 10%
Giordania: 20%
Grenada: 10%
Guatemala: 10%
Guadalupa: 10%
Guinea: 10%
Guinea-Bissau: 10%
Guinea Equatoriale: 13%
Guiana Francese: 10%
Guyana: 38%
Haiti: 10%
Honduras: 10%
India: 26%
Indonesia: 32%
Iran: 10%
Iraq: 39%
Islanda: 10%
Isola Norfolk: 29%
Isole Falkland: 41%
Isole Cayman: 10%
Isole Cocos: 10%
Isole Cook: 10%
Isole Heard e McDonald: 10%
Isole Marshall: 10%
Isola Natale: 10%
Isole Salomone: 10%
Isole Turks e Caicos:
Isole Vergini Britanniche: 10%
Israele: 17%
Jamaica: 10%
Kazakistan: 27%
Kenya: 10%
Kirghizistan: 10%
Kosovo: 10%
Kuwait: 10%
Laos: 48%
Lesotho: 50%
Libano: 10%
Liberia: 10%
Libia: 31%
Liechtenstein: 37%
Kiribati: 10%
Macedonia del Nord: 33%
Madagascar: 47%
Mayotte: 10%
Malawi: 17%
Maldive: 10%
Malesia: 24%
Mali: 10%
Marocco: 10%
Martinica: 10%
Mauritania: 10%
Mauritius: 40%
Micronesia: 10%
Moldavia: 31%
Monaco: 10%
Mongolia: 10%
Montserrat: 10%
Montenegro: 10%
Mozambico: 16%
Myanmar: 44%
Namibia: 21%
Nauru: 30%
Nepal: 10%
Nicaragua: 18%
Niger: 10%
Nigeria: 14%
Nuova Zelanda: 10%
Norvegia: 15%
Oman: 10%
Pakistan: 29%
Papua Nuova Guinea: 10%
Paraguay: 10%
Polinesia Francese: 10%
Qatar: 10%
Panama: 10%
Perù: 10%
Regno Unito: 10%
Repubblica Centrafricana: 10%
Repubblica del Congo: 10%
Repubblica Democratica del Congo: 11%
Repubblica Dominicana: 10%
Réunion: 37%
Ruanda: 10%
Saint Kitts e Nevis: 10%
Saint Lucia: 10%
Saint Maarten: 10%
Saint-Pierre e Miquelon: 50%
Saint Vincent e Grenadine: 10%
Samoa: 10%
San Marino: 10%
Sant’Elena: 10%
São Tomé e Príncipe: 10%
Senegal: 10%
Serbia: 37%
Sierra Leone: 10%
Singapore: 10%
Siria: 41%
Sri Lanka: 44%
Sudafrica: 30%
Sud Sudan: 10%
Sudan: 10%
Suriname: 10%
Svalbard e Jan Mayen: 10%
Svizzera: 31%
Tagikistan: 10%
Taiwan: 32%
Tanzania: 10%
Territorio Britannico dell’Oceano Indiano: 10%
Thailandia: 36%
Timor Est: 10%
Togo: 10%
Tokelau: 10%
Tonga: 10%
Tuvalu: 10%
Trinidad e Tobago: 10%
Tunisia: 28%
Turchia: 10%
Turkmenistan: 10%
Ucraina: 10%
Uganda: 10%
Unione europea: 20%
Uruguay: 10%
Uzbekistan: 10%
Vanuatu: 22%
Venezuela: 15%
Vietnam: 46%
Yemen: 10%
Zambia: 17%
Zimbabwe: 18%