Del Re, ‘coinvolgere le diaspore nei processi decisionali’

Farnesina

La Vice Ministra agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Emanuela Del Re, è intervenuta in apertura della conferenza online, “Diaspora, conoscenza e comunità” organizzata dall’Università LUISS-Guido Carli e dall’Associazione Le Reseau, dedicato a “coinvolgere la migrazione circolare degli studenti e promuovere la diffusione di conoscenze e competenze nella prospettiva dello sviluppo economico e sociale”.
La Vice Ministra ha evidenziato come, oltre alle rimesse economiche, le “rimesse sociali” sono probabilmente il contributo più solido dato dai migranti alle loro comunità di origine. Le diaspore possono promuovere non solo il commercio e gli investimenti diretti esteri, creare imprese e stimolare l’imprenditorialità, ma possono anche trasferire conoscenze e abilità, competenze, punti di vista.
“In particolare tra gli immigrati, la conoscenza e il capitale intellettuale vengono trasferiti nuovamente nel paese di origine. Ad esempio, molti lavoratori nelle industrie ad alta tecnologia hanno iniziato a tornare a casa dopo aver ricevuto un’istruzione e aver lavorato all’estero solo per avviare nuove attività e aiutare i loro paesi a sviluppare nuove attività d’impresa”, ha detto la Vice Ministra.
Per questo motivo, Del Re ritiene necessario coinvolgere le diaspore nella pianificazione dello sviluppo nazionale, regionale e locale, nel processo decisionale, nel processo politico e nell’aumento della consapevolezza pubblica sui temi dell’istruzione, dell’economia, della migrazione e altro. Le diaspore dovrebbero anche essere maggiormente coinvolte nei programmi di co-sviluppo, ha proseguito.
“In Italia abbiamo valorizzato il ruolo delle diaspore che partecipano ad esempio nel CNCS, il “Parlamento della cooperazione allo sviluppo”. Molti paesi di origine hanno iniziato a tenere conto delle loro diaspore nella pianificazione dello sviluppo e nell’elaborazione di strategie e piani d’azione. Tuttavia, altri paesi di origine non hanno ancora le condizioni necessarie per sfruttare il potenziale delle loro diaspore in una prospettiva di sviluppo. Una più stretta cooperazione tra gli attori dello sviluppo che riconoscono il potenziale delle diaspore aprirà nuovi orizzonti per quanto riguarda lo sviluppo dei paesi di origine dei migranti”, ha concluso la Vice Ministra.