E’ record di condanne a morte

di C.Alessandro Mauceri

iran pen di morteContinuano le esecuzioni capitali in molti paesi del mondo. Il 4 aprile due sauditi condannati a morte per casi di omicidio sono stati decapitati con la sciabola nei pressi della capitale dell’Arabia Suadita. Con queste sale a 84 il numero delle esecuzioni in Arabia Saudita dall’inizio dell’anno (dati ufficiali sauditi).
E questo nonostante la decisione incontrovertibile di nominare l’ambasciatore saudita, Faisal bin Hassan Trad, membro del Consiglio per i diritti umani dell’Onu per il 2016.
Ma le esecuzioni capitali nel paese arabo non sono state un caso isolato. Sono ben 73 le condanne a morte eseguite nel 2016. Esecuzioni eseguite con metodi barbari non solo in Arabia Saudita ma anche in molti altri paesi. Si va dall’impiccagione alla decapitazione. E non solo in Medio Oriente. Condanne a morte sono state eseguite in Cina, che resta il paese che più di ogni altro ricorre alla pena di morte, in Pakistan, in Iran, in Somalia e in molti altri paesi. Anche in alcuni di quelli democratici e sviluppati come il Giappone dove, dal 2012 a oggi, sono state eseguite per impiccagione ben 16 esecuzioni capitali, le ultime poche settimane fa. O gli Stati Uniti d’America, dove l’appello lanciato dal Papa durante la sua ultima visita è rimasto inascoltato ed in Texas è stata eseguita la condanna a morte di Richard Masterson.
Numeri che fanno credere che presto verrà superato il record di esecuzioni capitali raggiunto lo scorso anno. E questo nonostante il 2015 sia stato un anno particolare per le condanne a morte, dal momento che era dal 1989 che non veniva emesso un numero così alto di esecuzioni capitali. Ad affermarlo è stato il rapporto di Amnesty International sulla pena di morte, pubblicato solo pochi giorni fa. “Il 2015 è stato l’anno degli estremi: da un lato il più alto numero di esecuzioni in 25 anni, dall’altro per la prima volta il numero dei paesi abolizionisti supera quota cento”, ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
Lo scorso anno scorso sono stati ben 1.634 i prigionieri condannati a morte. E non sono mancati i casi di condanne raggiunte sono processi irregolari. Anomalie che non hanno impedito al boia di fare il proprio lavoro.
Anche in paesi particolarmente “sensibili” come l’Iran. Mentre il premier Renzi si preoccupava di coprire le statue per non turbare la sensibilità del leader iraniano in visita a Roma, in Iran sono state, solo lo scorso anno, poco meno di un migliaio le condanne a morte. Iran Human Rights sottolinea, nonostante le autorità iraniane dichiarino il contrario, che sono molti i bambini che assistono a tali esecuzioni. Non meno di 638 condanne a morte nel paese avrebbero riguardato crimini legati alla droga. E questo in violazione degli accordi internazionali sottoscritti ma mai rispettati dal Paese. Per questo motivo le esecuzioni pubbliche in Iran sono state particolarmente criticate dalle Nazioni Unite. Senza contare che l’Iran è uno degli pochi paesi al mondo (lo stesso ha fatto l’Arabia Saudita) ad eseguire condanne su persone minorenni al momento del reato, in palese violazione del diritto internazionale.
In una dichiarazione Ahmed Shaheed e Christof Heyns, relatori speciali presso l’Onu hanno sottolineato che “Le esecuzioni pubbliche hanno un effetto disumanizzante sia sulle vittime che su coloro che assistono alle esecuzioni, aumentando la natura crudele, inumana e degradante della pena di morte”.
Ad aumentare è anche il numero dei paesi che hanno deciso di fare ricorso alla pena capitale: erano 22 nel 2014; nel 2015, sono saliti a 25.
Come in Pakistan responsabile di 328 esecuzioni capitali, quasi il 90 per cento di quelle eseguite nella regione. Un numero destinato a crescere nel 2016 dato che, secondo organismi internazionali di difesa dei diritti umani, nelle carceri pakistane sarebbero almeno 8mila le persone in attesa di essere impiccate. E poi Bangladesh, India e Indonesia, Madagascar e Repubblica Democratica del Congo dove, sebbene abolita da tempo, le esecuzioni capitali e le condanne a morte sono riprese, dopo un decennio: solo lo scorso anno, sono state eseguite centinaia di esecuzioni capitali.