Ecuador. Continua lo scontro politico tra Correa e Moreno

di Alberto Galvi –

La sfida politica tra il presidente ecuadoriano Lenin Moreno e il suo predecessore Rafael Correa, ha raggiunto in questi giorni di dure proteste il suo massimo livello. Il modello economico neoliberista adottato da Moreno per uscire dalla crisi in cui versa da decenni il paese, non ha avuto il consenso popolare sperato. Tuttavia la sfida tra i 2 leader tocca molti altri aspetti della vita democratica dell’Ecuador.
La misura adottata dal governo Moreno, che ha scatenato le manifestazioni di piazza nei giorni scorsi, è stata quella di eliminare i sussidi statali per il carburante. Gli ecuadoriani si lamentano che i prezzi al consumo sono aumentati a causa di questa misura. L’eliminazione dei sussidi è stata anticipata di un anno, altrimenti non ci sarebbe stata la volontà politica di realizzare l’aumento dell’IVA.
Il debito dell’Ecuador è cresciuto sotto l’ex presidente Rafael Correa. Il suo successore Lenin Moreno ha attuato politiche più favorevoli al mercato e ha avviato un piano di austerità, che include i licenziamenti dei lavoratori in aziende statali.
Il governo ecuadoriano ha inoltre ripreso i colloqui per i prestiti con l’IMF (international Monetary Found), la World Bank e l’IDB (Inter-American Development Bank). Le riforme approvate in questi giorni dal governo Moreno riguardano il lavoro e le tasse, e rispondono all’accordo raggiunto dall’Ecuador proprio con il fondo monetario.
Inoltre l’Ecuador ha deciso di ritirarsi dal 1° gennaio 2020 dall’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries). Il paese andino all’interno dell’organizzazione era inserito fin dai tempi del governo Correa nell’alleanza con Venezuela, Russia e Iran, da cui però si è già allontanato da tempo.
Con l’uscita dell’Ecuador, l’unico paese dell’America Latina che fa ancora parte dell’OPEC è il Venezuela. L’uscita dell’Ecuador dall’organizzazione è stata motivata dal fatto che il paese andino produce quantitativi di petrolio superiori al limite stabilito da questi paesi produttori di petrolio, il cui obiettivo è quello di tagliare i barili di greggio per aumentare i prezzi.
Un’altra questione che aveva portato alla ribalta della politica internazionale il paese andino, era stata la crisi diplomatica tra Stati Uniti ed Ecuador sul caso Assange. Correa concesse l’asilo politico al fondatore di Wikileaks nell’ambasciata ecuadoriana di Londra nel 2012, ma Lenin Moreno glielo ha revocato quest’anno. Dopo la revoca, i poliziotti britannici sono entrati nell’ambasciata e lo hanno arrestato e ora rischia l’estradizione negli Stati Uniti.
Ricordiamo che l’Ecuador, è uno dei 3 paesi dell’America Latina che non ha una legge sulla protezione dei dati personali, gli altri 2 sono Venezuela e Bolivia, che guarda caso sono i paesi dell’America Latina meno democratici insieme a Cuba e al Nicaragua. I leader di questi paesi erano alleati nella regione dell’ex presidente ecuadoriano Correa.
Il governo Moreno ha deciso di proporre un progetto di legge sulla protezione dei dati personali, dopo il furto degli stessi ai suoi cittadini, che la società ecuadoriana Novaestrat ha compiuto, ma che è stata scoperta dalla società israeliana di cyber sicurezza vpnMentor. I principali azionisti della Novaestrat, erano ex funzionari del governo del presidente Correa.
Anche in questa vicenda si può notare le differenze tra i 2 leader, Correa era più concentrato sul controllo e la gestione del potere anche se a scapito della democrazia, mentre Moreno è sicuramente più di idee liberali del suo predecessore.
Molte delle proteste di questi giorni, sono state organizzate dal movimento politico di Revolución Ciudadana che sostiene l’ex presidente Correa, e che sta muovendo i fili per indirizzare le persone che protestano contro Lenin Moreno, che lui definisce come traditore.
Le proteste, sono state manovrate in vista delle elezioni presidenziali del 2021. Correa che vive in Belgio, sui social network ha chiesto elezioni anticipate. A proposito di social network, anche il governo Moreno sta cercando di smentire in questi giorni alcune fake news condivise dai suoi detrattori, a proposito degli scontri accaduti durante le manifestazioni di protesta.

Lenin Moreno. (Foto sunoticiero.com).