Ecuador. La comunità indigena degli Siekopai minacciata dal Covid-19

di Alberto Galvi –

Nelle ultime due settimane in Ecuador sono morti a causa del coronavirus due leader anziani della comunità indigena Siekopai, che conta circa 744 membri; questo popolo vive lungo il confine tra Ecuador e Perù e registra già 15 casi confermati di contagio.
I membri sani della comunità sono fuggiti nella foresta pluviale amazzonica, temendo anche essi di essere contagiati.
Le ragioni che hanno portato a questa fuga dalle proprie terre sono state motivate dal fatto quando diversi Siekopai hanno mostrato sintomi legati a un possibile contagio da Covid-19, i medici della vicina città di Tarapoa hanno diagnosticato loro una semplice influenza.
Per questa ragione decine di Siekopai sono partiti in canoa da Lagartokotsa per fuggire nel cuore della foresta ecuadoriana. Coloro che sono rimasti indietro nella loro provincia di Sukubi stanno utilizzando rimedi omeopatici per risolvere i problemi respiratori.
Il primo membro anziano Siekopai è morto a metà aprile, i loro leader hanno per questo esortato il governo dell’Ecuador a isolare la comunità e a testare con i tamponi gli abitanti, ma ad oggi non hanno ricevuto risposte.
In aiuto delle comunità indigene ecuadoriane sono arrivate adesso alcune organizzazioni umanitarie internazionali come l’IACHR (Inter-American Commission on Human Rights), che ha recentemente chiesto all’Ecuador di adottare misure efficaci per proteggere gli Siekopai. 
L’organizzazione REDESCA (Special Rapporteurship on Economic, Social, Cultural and Environmental Rights) ha invece rivendicato i diritti delle popolazioni indigene, al fine di far loro ottenere le cure sanitarie necessarie.
L’Ecuador ha una popolazione di 17 milioni di abitanti e finora ha registrato circa 31.000 casi di coronavirus, mentre sono stati circa 1.600 i decessi. Per questa ragione il governo Moreno ha stanziato sussidi di emergenza di 60 dollari per famiglia per coloro che percepiscono un reddito mensile inferiore ai 400 dollari; un’altra misura varata dal governo di Quito, volta principalmente a togliere i senzatetto dalle strade, è stata la creazione di rifugi per i più poveri e l’isolamento dei contagiati all’interno degli alberghi.
Nonostante le diverse iniziative dell’amministrazione è improbabile che l’Ecuador riesca a far fronte in maniera efficace all’epidemia senza gli strumenti adeguati per combatterla, come i ventilatori polmonari per le terapie intensive e i tamponi per determinare la positività alla malattia.
Il tasso di mortalità in Ecuador sta comunque iniziando a rallentare dopo oltre un mese di quarantena alla quale è stata sottoposta la popolazione.