Ecuador. La sconfitta di Arauz segna la fine del correismo durato ben 14 anni

di Alberto Galvi –

In Ecuador al ballottaggio Andrés Arauz, candidato alla presidenza per l’alleanza Unes (Unión por l’Esperanza) legato a Rafael Correa, è stato sconfitto da Guillermo Lasso del movimento CREO (Creando Oportunidades) in appoggio con il partito PSC (Partido Social Cristiano), il quale è diventato presidente al suo terzo tentativo, dopo aver partecipato alle elezioni del 2013 e del 2017, quando raggiunse il secondo turno e perse contro Lenín Moreno.
Il primo turno presidenziale del 7 febbraio si è concluso con la netta vittoria di Arauz, ma anche con le accuse di frode nei suoi confronti da parte del terzo candidato, l’indigeno Yaku Pérez.
La sconfitta di Arauz è da contestualizzare nel rapporto ormai incrinato tra Correa e l’elettorato ecuadoriano. Sebbene sia stato fuori dall’Ecuador negli ultimi quattro anni, Correa è stato una delle figure centrali della competizione elettorale.
L’ex presidente Correa, stabilitosi in Belgio con la famiglia dopo aver terminato il suo secondo mandato consecutivo nel 2017, ha rotto con Moreno non appena si è insediato al potere nel 2017, scatenando una feroce controversia che ha diviso l’allora dominante sinistra. E’ poi stato condannato a otto anni di reclusione per corruzione. Una vittoria di Arauz avrebbe significato per molti il ​​ritorno al correismo.
L’affermazione di Guillermo Lasso è una sorpresa e mantiene l’Ecuador sulla strada per mantenere le politiche aperte al mercato invece di tornare al cosiddetto socialismo del XXI secolo, i cui leader fondatori sono stati Hugo Chavez del Venezuela, Fidel Castro di Cuba, Rafael Correa dell’Ecuador ed Evo Morales della Bolivia: tali leader o sono deceduti o sono stati sconfitti o esautorati alle elezioni.
La vittoria sarà accolta con favore dagli investitori stranieri, poiché Lasso ha promesso di mantenere l’accordo del presidente uscente Lenín Moreno con il Fmi (International Monetary Fund), mentre Arauz voleva ignorarne le condizioni di finanziamento promettendo ampie spese sociali nonostante le finanze pubbliche siano deboli e l’economia a corto di liquidità.
Arauz voleva recuperare le politiche di spesa sociale che hanno caratterizzato i due governi Correa, mentre Lasso difende il libero mercato e propone misure liberali per uscire dalla crisi e porre fine al correismo, colpevole del debito e del deficit fiscale del paese.
La sconfitta di Arauz è la prima per il correismo in 14 anni, da quando Correa ha incominciato a governare nel 2007 nominando poi Lenín Moreno nel 2017 come suo successore.