Ecuador. Manifestazioni contro Moreno: si sospettano infiltrazioni castrochaviste

Spostato per motivi di sicurezza il governo a Guayaqil.

di Ivan Memmolo –

In Ecuador le proteste degli indigeni e degli antigovernativi vengono strumentalizzate e concentrate contro il governo di Lenin Moreno, che malgrado chieda alle nazionalità indigene di sedersi e discutere, non accettano in alcun modo il dialogo tra le parti. Castrochavismo e correismo speculano sulla pelle degli indigeni per creare un colpo di stato. La situazione è di scontri costanti tra polizia e manifestanti.
L´ex presidente e profugo della giustizia Rafael Correa approfitta della situazione per chiedere elezioni anticipate e per giunta dichiara di volersi candidare. I correisti intentano infiltrarsi nella manifestazione pacifica per capitalizzarla a loro favore. Manifestazione che non appartiene ai corresisti e che al tempo di Correa presidente era violentemente sedata e censurata perché non conveniente alla visione del governo. L’amministrazione attuale dell´Ecuador per voce di Lenin Moreno, presidente della Repubblica in carica, annuncia di infiltrazioni di due nazionalità non ecuadoriane tra gli infiltrati anarchici che hanno causato violenza, caos, distruzione e la morte di un paziente che non è potuto arrivare all’ospedale dove era previsto il suo ricovero. Lo stesso presidente ha annunciato prove chiare di infiltrati venezuelani e di assembleisti correisti che sovvenzionano gli indigeni a proseguire con le sommosse anti governative. Correa chiama alla indignazione nazionale per arrivare a nuove elezioni, che nella realtà non c´è.
Una presa di posizione particolarmente seria è stata fatta propria dal mondo del cinema e delle arti in Ecuador, fisiologicamente di sinistra, che appoggia il governo in carica. Con un video in cui spiccano attori e influencer ecuadorian viene espresso un richiamo alla pace sociale ed al dovere dei manifestanti di rispettare a chi ha diritto a voler lavorare e vivere normalmente.
In Ecuador si vive in questo momento con ansia al pensiero dei vecchi spauracchi correisti che si ripresentano proprio nei giorni in cui i profughi della giustizia correisti vengono sottoposti a sentenza.
A differenza delle classiche manifestazioni, quelle ecuadoriane si sono focalizzate nell’attaccare la Contraloria del Ecuador, l´autorità che mantiene segregate le prove cartacee degli atti delinquenziali, illeciti e reati di cui sono accusati Rafael Correa e gli altri profughi della giustizia dell´Ecuador. I plurimi attacchi sono iniziati alle 4 del mattino del 6 ottobre. Riescono a sfondare le porte e entrare negli uffici, ma senza riuscire a raggiungere le prove, ed hanno obbligato il governo a dichiarare lo Stato di Eccezione, blindando ed isolando il 100% degli edifici pubblici della nazione. Da notare anche che sono state sabotate tre raffinerie, ed il paese dal giorno delle manifestazioni sta perdendo 50mila barili di greggio al giorno per l´inoperatività parziale e totale delle tre raffinerie sabotate. Il vice presidente parla di terrorismo. Il presidente della Repubblica quindi ha trasferito il governo dell´Ecuador da Quito a Guayaquil, nella provincia di Guayas, per evitare che le proteste possano inficiare l´operatività dello stesso.