Ecuador. Ondata di violenze nelle strade e nelle prigioni tra bande legate ai cartelli messicani

di Alberto Galvi

L’Ecuador sta assistendo a un’ondata di crimini violenti a causa delle lotte tra bande legate ai cartelli messicani. Negli ultimi anni l’Ecuador è passato dall’essere una via di transito della droga a un importante centro di distribuzione sé stante. Gli Stati Uniti e l’Europa sono le principali destinazioni della droga dall’America Latina.
Nella prigione di Guayas 1, a Guayaquil, lo scorso 3 novembre sono stati feriti sei poliziotti mentre cercavano di reprimere una rivolta. Centinaia di detenuti sono morti nelle sovraffollate carceri dell’Ecuador dal febbraio dello scorso anno, e lo scorso 1 novembre prigionieri di una struttura a Esmeraldas hanno preso in ostaggio otto guardie per protestare contro il trasferimento dei detenuti, ma in seguito le hanno liberate. Nella stessa città il 31 ottobre scorso sono stati trovati due corpi senza testa appesi a un ponte pedonale.
La guerra tra bande è condotta anche da dietro le sbarre, mentre nelle strade sempre più civili sono coinvolti nello spargimento di sangue, che ha causato più di 60 vittime fra poliziotti dall’anno scorso. La corruzione diffusa tra le guardie consente ai detenuti di avere pistole ed esplosivi in modo clandestino.
A seguito degli attacchi dello scorso 1 novembre in cui sono stati uccisi cinque agenti di polizia e un civile, il presidente Guillermo Lasso ha dichiarato lo stato di emergenza e il coprifuoco notturno nelle province occidentali di Guayas e di Esmeraldas. Il tasso di omicidi in Ecuador è quasi raddoppiato nel 2021 a 14 ogni 100mila abitanti. Le forze dell’ordine hanno sequestrato nel 2021 circa 210 tonnellate di droga, perlopiù cocaina. I sequestri di quest’anno ammontano a 160 tonnellate, mentre tra gennaio e ottobre di quest’anno i tassi di omicidi sono saliti a 18 ogni 100mila abitanti.
Nelle due province gruppi armati hanno colpito anche con ordigni esplosivi più di 18 obiettivi tra cui poliziotti, installazioni di gas, una clinica e un terminal degli autobus. La violenza nelle carceri è aumentata vertiginosamente dalla fine del 2020, con almeno 400 persone uccise durante la detenzione, molte decapitate o bruciate.