Editoriale. Afghanistan: quando c’era il burqa…

di Enrico Oliari –

Afghanistan. Vent’anni fa ero contro questa guerra, perchè non la capivo. E ancora oggi non l’ho capita: se il problema erano i diritti delle donne, o il burqa come diceva la propaganda, perchè non si è iniziato con i nostri alleati sauditi, da cui acquistiamo la benzina per le nostre auto? O era Bin Laden, il saudita ammazzato dalle forze speciali nella sua villa in Pakistan (e non in Afghanistan)? Il motivo era l’11 settembre? Gli attentatori erano 14 sauditi, 1 egiziano, 1 libanese e 2 emiratini, nessuno afgano. No, non gioisco per la vittoria dei talebani, non sono afgano, e a differenza dei geopolitologi ex virologi ex tecnici della nazionale non giudico culture e tradizioni a me lontane, ne’ sto con chi discrimina per motivi politici, di religione o quant’altro: per me libertà, fratellanza e uguaglianza sono valori imprescindibili. Ma se si smettesse di misurare il mondo con il proprio metro inventandosi scuse umanitarie per celare interessi arraffoni, quante guerre e quanto terrorismo si eviterebbero. E non gioisco neppure della sconfitta nostra e dell’occidente, ma sfido chiunque, compresi i feticisti delle divise alla Salvini, a dare una spiegazione decente sul perché siamo andati in Afghanistan, se non per interessi geopolitici che ben poco hanno a che fare col burqa. Per poi fuggire miseramente, lasciando governo (fantoccio) e parte della popolazione in balia di se stessi, ponendoci come unico problema l’arrivo dei migranti. Donne e famiglie in fuga: li abbiamo lasciati soli.
Mi viene in mente il film con Alberto Sordi “Finchè c’è guerra c’è speranza”, quando il protagonista Pietro Chiocca dice alla famiglia “Perché vedete.. Le guerre non le fanno solo i fabbricanti d’armi e i commessi viaggiatori che le vendono, anche le persone come voi le famiglie come la vostra, che vogliono, vogliono e non si accontentano mai: le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo, gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano, costano molto! E per procurarseli, qualcuno bisogna depredare, ecco perché si fanno le guerre!”.