EGITTO. Erdogan al Cairo cerca sponda in Egitto contro Israele. Premier turco punta a rinsaldare i rapporti

Ansa, 12 set 11 –

di Danila Clegg – Considerato da analisti e commentatori come il rappresentante di un modello possibile anche per l’Egitto di democrazia a cavallo fra Islam e laicita’, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan arriva questa sera al Cairo con un bagaglio di prestigio arricchito dalla sua linea dura nei confronti di Israele. Prima tappa di un tour nella ‘primavera araba’ che lo portera’ mercoledi’ in Tunisia e giovedi’ in Libia, l’Egitto sara’ il primo banco di prova per misurare la capacita’ della Turchia di diventare protagonista regionale anche nel mondo arabo, in un momento in cui le relazioni di Ankara con Israele sono al minimo storico. Accompagnato da circa 170 imprenditori e da una pattuglia consistente di ministri, fra domani e mercoledi’ mattina Erdogan avra’ una raffica di incontri con i vertici egiziani e la sua visita al Cairo incrocera’ quelle del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e dell’alto rappresentante Ue per la politica estera Catherine Ashton. Con loro discutera’ dell’iniziativa palestinese di presentare la domanda di adesione della Palestina alle Nazioni Unite durante la prossima seduta dell’assemblea generale a New York. Gia’ stasera il premier turco vede il premier egiziano Essam Sharaf, in aeroporto per riceverlo, mentre domani l’appuntamento e’ con Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo delle Forze armate, che di fatto regge l’Egitto dalla caduta del presidente Hosni Mubarak. Domani mattina poi Erdogan parlera’ alla riunione dei ministri degli esteri della Lega araba e gira voce, non confermata, che non manchera’ di passare anche per la vicina piazza Tahrir, il fulcro della protesta che ha portato al radicale cambio di regime. L’obiettivo non dichiarato della Turchia, secondo numerosi osservatori, e’ quello di cercare in Egitto una sponda contro lo Stato ebraico. Il viaggio di Erdogan al Cairo e’ stato infatti preceduto da dichiarazioni molto dure su Israele: in qualche modo, hanno dato fuoco alla miccia che ha fatto esplodere la protesta di piazza con l’assalto all’ambasciata israeliana nella capitale egiziana. In una controversa intervista ad al Jazira, il premier turco ha anche definito ‘motivo di guerra’ e ‘casus belli’, il sanguinoso arrembaggio israeliano dell’anno scorso in acque internazionali alla flottiglia di attivisti filopalestinesi diretti a Gaza con aiuti umanitari. E ancora: in una lunga intervista al quotidiano egiziano al Shouruk ha definito Israele ”un bambino viziato” che, oltre a praticare ”terrorismo di stato” nei confronti dei palestinesi, non vuole accettare il fatto che ”il mondo, in particolare quello arabo, e’ cambiato”. Ma al di la’ della questione israeliana Erdogan, secondo quanto fa trapelare la stampa da Ankara, sara’ latore di un messaggio al mondo arabo e islamico da un lato, e al mondo occidentale dall’altro. La cornice, secondo quanto riferiscono fonti al Cairo, dovrebbe essere il teatro dell’Opera, anche se alcuni media affermano che Erdogan parlera’ nell’evocativa aula magna dell’Universita’ della capitale egiziana, dove nel 2009 Barack Obama tenne il suo discorso di apertura al mondo islamico. Quello che ci si aspetta da Erdogan e’ che dica che il mondo arabo non deve temere la democrazia e la laicita’ cosi’ come il mondo occidentale non deve avere paura degli sviluppi politici nella regione che, ripetera’, non porteranno alla creazione di regimi islamici. A sostegno di questa convinzione, Erdogan incontrera’ domani i vertici islamici dell’Egitto (il grande imam di Al Azhar Ahmed el Tayyeb e il mufti Ali Gomaa) ma anche il capo della chiesa copta Shenuda III.